50 sfumature di comico


Goy, il giovane protagonista del romanzo “LE VOCI DELL’ECO” di Daniela Rabia, Carratelli Editore, 2017, ha 17 anni, frequenta l’ultimo anno di un Istituto Agrario e, come probabilmente molti suoi colleghi, Goy conta i giorni che mancano per la fine della scuola.

Ma Goy li conta anche per un altro motivo. Una volta conseguita la maturità, egli vuole andarsene dal suo paese in Calabria, Speriolo, millecinquecento anime. Da un po’ di tempo Goy trascorre molta parte della sua giornata, quando non è a scuola, su un monte da lui ribattezzato monte Eco perché da quest’altura che domina il borgo, gli giungono nette le voci degli abitanti che il giovane ha imparato a distinguere una per una. Questo insolito atteggiamento provoca la preoccupazione della madre che tenta di risolvere quello che lei immagina sia una problematica del figlio leggendo mezza pagina al mese de “Il male oscuro” di Giuseppe Berto.

Già di per sé questa stranezza di Goy di staccarsi quasi giornalmente (e a volte anche di notte) dal suo paese equivale a una forma di “prova tecnica” in vista di un allontanamento definitivo, un preludio alla sua decisione di andarsene totalmente dalla sua terra. A incoraggiare involontariamente questa sua decisione sono proprio quelle voci degli abitanti che egli ascolta, e su cui Goy ironizza, echi e riverberi di esistenze “banali”, fatte di pettegolezzi e di cattiverie, che escludono nel giovane ogni possibilità di riunificazione e vanificano ogni possibilità di mescolarsi a loro e alle loro misere beghe quotidiane.

In realtà, senza rendersene conto, lo studente è come se stesse mettendo in pratica forse inconsciamente, qualcosa che ha studiato a scuola nel programma di Italiano, vale a dire L’infinito, la stupenda poesia del Leopardi che comincia proprio così: “Sempre caro mi fu quest’ermo colle”. E da questo punto di osservazione emerge la capacità e la bravura dell’Autrice che si cimenta in un’operazione linguistica a dir poco singolare. La scrittrice dà forma ai personaggi che popolano il romanzo solo attraverso l’ascolto delle loro voci. In altre parole, sentiamo parlare i personaggi, ci giunge l’eco dei loro dialoghi e da questi risaliamo al loro aspetto, alle loro abitudini, alle loro storie, al loro vissuto e alle loro psicologie. Il procedimento linguistico – letterario passa attraverso tre fasi: l’intercettazione delle voci, la decodifica e la costruzione del personaggio. Ovviamente questo procedimento è “a monte” e al lettore giunge di ritorno solo il risultato, che non è poco. E, come se questo non bastasse, l’Autrice ci dà un’altra prova delle sue capacità narrative quando nel tratteggiare e delineare la galleria dei personaggi utilizza tutte le sfumature del comico. Capitolo dopo capitolo gli abitanti vengono colti dalla Rabia con toni che rimandano al ridicolo, al burlesco, al satirico, al grottesco, al caricaturale, al farsesco, all’ironico, al parodistico, al buffo, al goffo, allo spassoso, al farsesco bislacco, al bizzarro, all’ umoristico e al faceto, cioè a tutta quella vasta gamma del comico che, per citare Mark Twain, è “una collezione di cose che strappano il riso anche dai volti più ingrugniti ”. E il libro strappa il sorriso anche ai meno ingrugniti lettori.

Ma a un tratto nel romanzo succede qualcosa, come una sterzata. Goy scopre interesse per i libri (in particolare per uno che parla di numeri primi), si avvicina alla biblioteca per prenderne qualcuno in prestito e vede irrompere nel suo cuore pian piano la voglia di restare nel paese. Uno stravolgimento totale. Cos’è successo all’improvviso al giovane Goy? Cosa lo ha indotto a vedere nelle persone di Speriolo, finora oggetto della sua graffiante e pungente ironia, anche un barlume di umanità sofferente? Non vogliamo certo svelare qui il mistero.

Racconto di un’educazione sentimentale che accompagna il protagonista Goy nel passaggio cruciale dall’onnipotenza infantile e adolescenziale all’impatto con la vita vera, LE VOCI DELL’ECO si raccomanda per la sua scrittura armoniosa e il suo stile partecipe, immediato e diretto. E per le intriganti conclusioni di ogni fine capitolo. Non troverete nel romanzo grovigli o concatenazioni di fatti, ma un intreccio di dinamiche familiari e generazionali, di psicologia giovanile osservata con acume dalla scrittrice, troverete l’amore per i libri e la letteratura, e vi renderete conto di quanto siano importanti per la nostra società i bravi scrittori e le brave scrittrici come Daniela Rabia, perché compensano la nostra fatica di vivere con quel senso di magico, di sogno, di speranza, di consolazione, di certezza e di verità di cui tutti abbiamo bisogno.
Il 17 novembre il libro LE VOCI DELL’ECO di Daniela Rabia sarà presentato a Catanzaro al MARCA alle 17.30 

Maurizio Paparazzo


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