Analizzata la schiuma prelevata nel mare di Locri: è mucillagine


La chiazza schiumosa di colore biancastro e marrone galleggiante nello specchio acqueo antistante gli stabilimenti balneari “La Capannina” e “La Playa” nel comune di Locri, in provincia di Reggio Calabria, che aveva allarmato nei giorni scorsi la comunità locale, non è proveniente da scarichi di depurazione, bensì è il risultato della presenza di aggregati mucillaginosi.

E’ la conclusione a cui è giunto il laboratorio bionaturalistico del Dipartimento provinciale Arpacal di Reggio Calabria che ieri ha comunicato l’esito delle analisi sulle schiume prelevate dalla Guardia Costiera di Siderno il 4 luglio scorso, a seguito di numerose segnalazioni provenienti dai cittadini ma anche dalle istituzioni locali.

Non si tratta, quindi, di scarichi di depurazione, ma di mucillagini di specie non tossiche non associate alla presenza di coliformi ed enterococchi intestinali, e quindi non di origine fecale.

“In generale, il fenomeno delle mucillagini – dichiara la dr.ssa Francesca Pedullà, dirigente del servizio tematico Acque del Dipartimento di Reggio Calabria dell’Arpacal e responsabile regionale della Campagna di Balneazione – è la manifestazione di un complesso meccanismo biologico e fisico influenzato da molti fattori. Primi fra tutti la circolazione delle acque, l’intensità dei venti, la geomorfologia della linea di costa, l’incremento dei nutrienti nel periodo estivo e la presenza di fonti di impatto antropiche e da apporti fluviali. Il meccanismo fisico che determina la formazione delle schiume è infatti influenzato da una particolare circolazione delle acque che in associazione a venti di modesta intensità e alla temperatura stagionale, permette al plancton naturale di risalire in superficie per concentrarsi in aggregati schiumosi, anche molto estesi, dovuti all’attività metabolica naturale dello stesso fitoplancton”.


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