Atastala


 Domenica 30, ore 18, nel Teatro di Montepaone Lido, la compagnia Makròs di Petrizzi darà il dramma Atastala, di U.N., per la regia di Miriam Santopolo.  E’ un altro momento di una collaborazione consolidata, che ha prodotto l’imponente “Nei giardini del duca”, del 2013; e altre attività culturali e teatrali.

 Questa volta si affronta un tema provocatorio: Nel 1529, a Petrizzi, si tiene il processo alla strega Lucrezia, o Atastala. Lo presiede padre Ludovico da Cardinale, domenicano; certifica il notaio Salluca; assume la difesa un singolare Avvocato; dicono o testimoniano madre Addolorata, il contadino Salvatore del Cenadi, le popolane Assunta e Caterina.

 Esistono le streghe? Sarebbe facile dare una risposta scolastica e illuministica, e sorridere un bel no; non fosse per l’antico ammonimento di Shakespeare, per restare in teatro: “Ci sono molte più cose in cielo e in terra, di quante ne possa sapere la tua filosofia”. Tanto meno l’autore di Atastala è di quelli che si contentano di una religione senza metafisica, ridotta a vago umanitarismo: e se crede in Dio, come crede, sa che deve credere anche al Demonio e alla sua azione effettuale sulle anime.

 Storicamente, la faccenda è complessa. Greci e Romani consideravano la stregoneria come una credenza popolare di livello inferiore; o una curiosità per letterati eruditi. Il diritto romano includeva le fattucchiere nei rigori della legge De veneficiis, quindi tra gli avvelenatori. Ma a Roma, ci avverte Tacito,  “confluisce tutto ciò che di peggio c’è nell’Impero”, quindi anche maghi e streghe.

 Nei Vangeli e negli Atti si pone ogni cura nel distinguere i miracoli di Cristo da ogni forma di magia; tuttavia intervengono spesso demoni e indemoniati.

 Il Medioevo ritiene la magia o un fatto diabolico, o, più spesso, un espediente per sfruttare i creduloni; Dante manda i maghi all’Inferno, ma tra i falsari.

 La mania delle streghe scoppia e dilaga con quella confusa mescolanza di scienza e metafisica che caratterizza la cultura rinascimentale. Sono però fandonie le favole dotte di persecuzioni di massa. Del resto, è regola senza smentita: quando sentite parlare di morti a milioni, traete sempre una bella radice quadrata. Esempio, il “genocidio” spacciato da Pino Aprile e creduto da alcuni fanatici.

 Lo stesso per il femminismo retroattivo. Se infatti è vero che c’erano le streghe, ma c’erano anche stregoni e maghi eccetera, e finirono perseguitati o persino uccisi sia maschi sia femmine. Quant’è brutta l’ideologia, ragazzi!

 Però qualche fatto è accaduto davvero, qualche rogo, anche qui da noi, se rimangono espressioni dialettali come “chimmu ti vruscianu” o “ti fòcanu”. È noto l’episodio dell’America luterana, ancora dominio inglese, quello delle streghe di Salem, del 1692. Nello stesso periodo, l’episodio della Faragò a Zagarise.

 E Atastala, Atastala chi è? Beh, non vi resta che venire a teatro. Cos’è il teatro, secondo U.N.? È il falso che è più vero del vero.

 Quello che è certo, è che non rischiate di vedere un pistolotto politicamente corretto, ma un genuino lavoro teatrale che trasmette emozioni.

ATASTALA

Personaggi e interpreti:
Atastala – Patrizia Tolotta
Padre Ludovico – Eraldo Fera
Avvocato – Ivan Santopolo
Salluca – Peppe Giorla
Assunta – Liliana Pologruto
Caterina – Eleonora Giorla
Madre Addolorata – Rosanna Pasquale
Salvatore – Eraldo Rizzo

Coro: Adele Esposito, Teresa Lagani, Sabrina Pasquale
Ballerina: Clarissa Soluri

Ulderico Nisticò


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