Buoni propositi per il 2019


Nel 2019 saremo tutti più buoni. Detto questo perché lo diciamo ogni anno, chiariamo anche che essere buoni, o qualsiasi altro atteggiamento morale, non significano niente fin quando non si mettono in pratica. “Non chi grida Signore Signore entrerà nel Regno dei Cieli”, e figuratevi negli scombinati regni e repubbliche di questa agitata Terra.
Perciò, vediamo il da farsi, e non il da dirsi. “Cum parole non si mantengono li Stati”, avverte il Machiavelli.

Il governo Conte, che ha superato avventurosamente gli scogli della manovra finanziaria, ora deve governare senza esitazioni; senza badare a intellettuali della domenica; deve evitare ogni forma di litigiosità sui giornali; se proprio devono cantarsene quattro, i 5 stelle e Lega, lo facciano in privato; Il presidente del Consiglio ha dimostrato di saper trovare il bandolo della matassa. Ha una netta maggioranza in parlamento, ha un consenso preponderante: proceda come un treno!

A proposito di parlamento, è ora, è urgente una riforma. Va drasticamente ridotto il numero di deputati e senatori, ma, quel che mi sta a cuore, ne va migliorata la qualità, da sempre piuttosto modesta per almeno due terzi della rappresentanza. Dal lontano 1861, e con poche eccezioni, è stata sempre scarsa la valenza umana e politica dei parlamentari meridionali, molti dei quali mai intervenuti in aula… per evidenti limiti linguistici.
Io farei una camera di rappresentanti politici, un centinaio; e un senato dei corpi intermedi e delle categorie sociali, o, come preferisco dire io, corporazioni. E con funzioni diverse.
Tanto, amici lettori, è da sempre che le camere stanno lì per approvare quello che dice il governo di turno; e i dibattiti servono ai parlamentari solo per farsi campagna elettorale personale.

Incombono le elezioni europee. Il parlamento di Strasburgo è stato finora il parcheggio dei trombati nazionali, con nessuna o poca rilevanza politica. Ma oggi si gioca una partita di alto valore simbolico, pro o contro l’attuale modello di Europa, euro incluso; modello che ormai i più ritengono sbagliato, ingessato, burocratico, meccanico, e in mano a grigi impiegati. A maggio prossimo si deciderà se l’Europa deve continuare a vivere, e quale Europa. I partiti, e mi rivolgo a quelli che, con ottima probabilità, saranno i vincenti, cioè Lega e 5 stelle, non cadano nella tentazione di utilizzare le europee per sistemare Questo o Quello, magari per levarselo di torno dalle beghe interne. Serve una rappresentanza europea forte e autorevole.
Quanto alla Calabria, ci vorrebbe la Sibilla di Polsi, per sapere se la Regione camperà fino all’autunno, o cadrà prima, e dovremo votare a maggio pure per le regionali. Quello che è certo, per quanto mi riguarda, è che urge un rinnovamento radicale della scarsissima qualità dei consiglieri regionali, a 360 e 720 gradi.

Alla Calabria serve una scossa elettrica culturale, con:

– riesumazione delle università dalle loro tombali piramidi di silenzio assoluto su ogni questione pubblica e politica;
– liberazione di giornali e tv dalla palese funzione di incensamento dei potenti di turno, in cambio di qualche favore;
– divieto per legge, e con pene severissime, di piagnistei e furbesche ricerche di presunti valori dove non ci sono;
– campo libero alle provocazioni, alle polemiche, ai pesci in faccia a chi se li merita.

A Soverato nei giorni di Natale si poteva comodamente girare un film dell’orrore tipo “La notte dei morti viventi”; in verità, solo “La notte dei morti”. Babbo Natale, appena assunto servizio, si è messo in ferie sine die. I mercatini, idem. Ma la questione è profonda, è strutturale, non dipende da più o meno levate d’ingegno provvisorie e giornali compiacenti; o luci sul corso. Quando volete che ne parliamo? Ho capito: mai; e continuerete con Perle e Perline, affondando allegri come l’orchestra del Titanic.

Oggi è la giornata della pace. Di come si possa ottenere una pace vera e non di pie intenzioni, ci danno un ottimo esempio Trump e Kim, quello della Corea del Nord: Trump, alternando minacce e carezze, Kim rendendosi conto che ha un popolo comunista alla fame e la soluzione a Sud, si parlano, s’incontrano, evitano la guerra.

Nel suo piccolo, l’Italia sta facendo, con Conte in persona e tenendo lontana la Francia, ogni intelligente sforzo per trovare una soluzione in Libia, l’infelice terra nel 2011 devastata da Sarkozy Cameron Obama, con l’8 settembre di Berlusconi. È così che si realizza la pace.
Comunque, auguri a tutti di un felice, come si può, 2019.

Ulderico Nisticò


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