Centro(destra) senza futuro perché senza passato


centrodestra1 Nel 1994, quando la melmosa Prima repubblica era ormai in catalessi sotto il peso non solo e non tanto degli scandali quanto dell’inconsistenza politica, le elezioni legislative vennero vinte da tre partiti del tutto nuovi e del tutto diversi da ogni esperienza del dopoguerra: Forza Italia, che era stata creata pochi mesi prima; il Movimento Sociale, che esisteva dal 1946 ma emarginato e “fuori dall’arco costituzionale” (vorrei ricordarlo a certi miei ex!), e, in punta di diritto e costituzione, illegale per la costituzione e per la legge Scelba; la Lega esplicitamente eversiva. So bene che non fu così semplice, ed è acqua passatissima; qui m’interessa solo che le tre compagini ricevettero voti contro la Prima repubblica, con un messaggio chiarissimo degli elettori: chiudere con la Prima repubblica e non volerla più sentire nominare, seppellirla. Per quanto mi riguarda, il Movimento Sociale ricevette 5,5 milioni di voti, e questo senza aver ancora rinnegato alcunché né del suo passato né del passato più remoto, quello fascista.

 Appena arrivati al potere, però, Forza Italia mostrò la sua natura di recupero riciclati DC e PSI tipo Ferrara; e il MSI si affrettò a inventarsi di essere erede di De Gasperi, Gramsci e roba del genere: mi venne da piangere. Nel gennaio del 1995, il MSI divenne Alleanza Nazionale, un pateracchio presto destinato all’estinzione totale; l’operazione costrinse a non aderire, per decoro morale, quasi tutti quelli che, nel MSI, sapevamo leggere e scrivere, e AN dovette rivolgersi a squallidi riciclati e a dei perfetti sconosciuti promossi a politologi, e di fatto meri parolai tipo Fisichella. Si sa com’è finita. La Lega aveva in Miglio l’unico pensatore, e dopo la sua morte annaspò e annaspa. Né a FI, né ad AN, né alla Lega mancarono e mancano scandali e mangia mangia, ma sotto questo aspetto sono in ottima compagnia del PD e dintorni.

 Siccome la sinistra non è dunque meglio, il blocco di centro(destra) ricevette altre volte valanghe di voti, e andò tre volte al governo; ma, pur in tale condizione, si contentò di tirare a campare, senza mettere mano ad alcuna riforma sostanziale di nulla del nulla. La ragione è duplice: assenza di menti pensanti; ridicola furbizia di “tendere al centro”, cioè accontentare tutti e non spaventare nessuno. Il contrario del governo, che è invece decidere e rischiare!

 Attualmente, Forza Italia, sempre più identificata con il suo decadente capo e fondatore, è in netta crisi di consenso anche numerico, e se Berlusconi si pensionasse, finirebbe la stessa sera; la Lega non esce dalla sua natura regionale; gli ex missini sono del tutto scomparsi, tranne qualche simpatica e poco numerosa sigla.

 L’Italia, paese tutto sommato di destra, è dunque del tutto priva di una destra qualsiasi che sia presentabile e che la rappresenti. La ragione è culturale nel senso più squisitamente politico. Esempio: durante gli ultimi 22 anni, il blocco di centro(destra) ha posseduto, e possiede, tre poderose reti tv nazionali con case di produzione cinematografica, e case editrici e giornali: ebbene, non ha creato un film, uno spettacolo, un libro, un articolo che si potesse definire, anche vagamente, di destra; e che fosse leggibile e vedibile da una persona cerebralmente normodotata e dalla mente analitica. Il responsabile spettacolo di AN era Lando Buzzanca! Vi faccio ridere: AN incaricò un certo Rebecchini di scrivere un libro di testo per la scuola atto a contrastare la vera o presunta “cultura di sinistra” nei Licei: era un volumetto misero di informazioni, e dallo stile da sussidiario; nonché zeppo di impacciate bufale. Insomma, la destra mostra palesemente un rapporto conflittuale con tutto ciò che ricordi la cultura.

 La cultura in genere; e meno che meno quella politica. Non avendo un passato, la destra non ha gli strumenti per analizzare le dinamiche sociali ed economiche, e quindi per proporre idee di destra in politica estera, interna, economica, scolastica: niente.

 Veniamo al centro(destra) calabrese. Esso, nei marasmi delle elezioni, ha governato la Regione con Pino Nisticò, GB Caligiuri, Peppino Chiaravalloti, Pino Scopelliti poi Stasi: per esprimere un giudizio (politico, solo politico; per il resto, santi subito) su questi signori, dovrei far ricorso al turpiloquio. 

 In atto, che la Regione è (ridete) governata da Oliverio, Viscomi, Roccisano eccetera, e che ci sarebbe spazio per un’opposizione al minuto, il centro(destra) mostra l’atteggiamento di silenzio di quando giocano a pallone le giraffe contro i pesci e l’arbitro è una tartaruga.

 Su Soverato, stendiamo un velo pietosissimo.

Ulderico Nisticò


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