Che fate, il 4 marzo prossimo venturo?


 Il 4 marzo si vota, e sarebbe ovvio chiedere a un amico, o, per iscritto, agli amici lettori, per chi andranno a votare. Beh, in altri tempi la domanda stessa sarebbe stata superflua: tutti eravamo targati, marchiati, riconoscibili e volevamo essere riconosciuti; moltissimi eravamo iscritti a partiti e ne frequentavamo le sedi e i comizi. Ed era inconcepibile che uno del partito X passasse a quello Y o W o Z.

 Oggi facilissimo è assistere al passaggio da un partito all’altro… per l’ovvia ragione che non ci sono partiti, e sono solo liste elettorali a caso. Mancano, infatti, di ogni banale componente di un movimento politico, le seguenti connotazioni: visione della vita e del mondo, filosofia, idea, ideologia, organizzazione. Mancano, non esistono, però il sistema e le leggi consentono a chicchessia di farsi una sigla e una lista, e di andare in parlamento, regioni, comuni.

 Nella 17ma legislatura, pare siano circa 500 i casi di parlamentari che in un modo o nell’altro hanno cambiato situazione, schieramento e casacca.

 Esempio, Gentile, che era sottosegretario di Gentiloni (PD) a nome di un partito chiamato che manco mi ricordo ma di centro(destra), poi diventato Alternativa Popolare; e che ne era coordinatore nazionale;  ora pianta baracca e burattini, e persino il posto di senatore: tanto il vitalizio resta, e lui lo sistemeranno da qualche parte e in qualche ente degno di lui: inutile. Passa, o ripassa, a Forza Italia.

 Ma, attenzione qui: è vero che i politicanti saltano i fossi, ma è vero altrettanto che i loro elettori li seguono. Dorina Bianchi ha cambiato otto (08) partiti, ed è sempre stata votata, e non dai Marziani, bensì da elettori calabresi. Lo stesso per quando passerà al partito 09, poi 10, 11… Se fosse il caso personale della Bianchi, potrei dire che trattasi di instabilità psichica; ma che gli stessi elettori la votino quando cambia partito, è una situazione a dir poco squallida.

 Ma ne vedremo, ancora, di saltafossi del genere… E questo succede poche ore dopo lo scioglimento delle camere; figuratevi da qui alla presentazione delle liste!

 Partiti che nascono e muoiono e risorgono (a proposito, è nata una Neomargherita!), dove trovano il tempo di analizzare i problemi reali degli Italiani, e affacciare delle soluzioni?

 Ma che gliene impipa, ad eletti ed elettori? Essi non vogliono risolvere i problemi, anzi manco li conoscono. Devono dividersi, in proporzione, fettine di potere in tutti i campi: soldi, posti, appalti, incarichi, consulenze, finanziamenti… e quant’altro la fervida fantasia dei politicanti suggerisce ai loro tirapiedi e reggicoda.

 Così non è vero che la politica sia corrotta: è corrotta tutta la società, “plebe in alto, plebe in basso”, come direbbe il vecchio Nietzsche.

 Perciò, che faremo, il 4 marzo? Faremo come sempre dal 1992: voteremo per chi in quel momento ci sconfinfera. Io stesso, da quando mi hanno assassinato il MSI, ho votato per parecchie liste postfasciste; e, siccome deus amentat quos perdere vult, per Forza Italia; ma anche, a Soverato, per gli allora rifondini Calabretta e Pittelli; e alle ultime europee, Lega; però alle provinciali Fiamma, quindi indirettamente la Ferro… e scusate se scordo qualcosa.

 Che vuol dire che ho votato? Vuol dire che sono entrato in una cabina, ho scarabocchiato e via. Quando ero uomo di partito, da segretario di sezione a membro del Comitato centrale, votare, per me, significava due mesi di campagna elettorale, di comizi, di viaggi, di avventure…

 Allora, ditemi, amici miei: che farete voi, il 4 marzo?

Ulderico Nisticò


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