Cinque scioglimenti per mafia, e lo Stato è stato.


Lamezia è la terza città della Calabria per abitanti, e molto più importante per posizione e per economia; Cassano è un centro dal vasto territorio, che comprende Sibari sia quella archeologica sia quella moderna e turistica. Aggiungiamo anche Isola e i due paesi più piccoli.

Che lo Stato intervenga a sciogliere Lamezia e Cassano, può persino sembrare una prova di forza; e invece è la prova che lo Stato italiano, nel suo complesso, non è capace di combattere seriamente la mafia.
Lamezia non è il paesino caro alla mitologia antimafia segue fiaccolata segue cena: c’è l’aeroporto, c’è una stazione centralissima, c’è il nodo autostradale, ci sono decine di quelle scuole che, secondo le chiacchiere, sono sempre in prima linea nei convegni antimafia saltalezioni. E l’accusa che pende su Lamezia non è che quattro analfabeti piglino il pizzo ai mendicanti, è che una grossa fetta del consiglio comunale stia lì a rappresentare gli interessi della mafia. Ed è il terzo scioglimento in pochi anni.

Ebbene, cosa hanno fatto, in questi anni, contro la mafia? Hanno, chi? Lo Stato (ovvero, governo e le sue diramazioni, cioè prefetti e questori e carabinieri e servizi segreti); i giudici e procuratori; l’opinione pubblica in genere. Ebbene, costoro hanno fatto poco e niente, se a Lamezia la mafia è sempre più potente.
Attenzione, non sto parlando delle responsabilità individuali di Tizio o Sempronio. La lotta seria alla mafia è lotta a un nemico organizzato, non a una folla indistinta di singoli mascalzoni. Dove comanda la mafia, succedono due cose: a) ogni operazione dev’essere autorizzata dai vertici mafiosi; b) tutto dev’essere fatto nel più assoluto nascondimento, quindi evitando chiasso e disordine, anzi regna la pace. Perciò colpire un eventuale taglieggiatore è poca e inutile cosa, se non si colpiscono i vertici.

Dove stanno questi vertici? A quanto pare, nella Lamezia normale, cosiddetta bene, nella zona grigia, tra i colletti bianchi. No, la mafia non sta nell’allegro degrado subumano del campo degli zingari di Scordovillo che bruciano gomme e mandano a chiedere l’elemosina per far ubriacare il capo.
Però il campo rom c’è, è lo Stato se ne frega rotondamente. Uno Stato che non riesce nemmeno a cacciare tale schifo così terra terra, volete che combatta la mafia degli alti livelli? Infatti, al terzo scioglimento, tutto è rimasto come prima e peggio.
Conosco meno Cassano, e spero ne parli meglio qualcuno. Quanto a Isola, basta ricordare l’enorme mangiamangia della mitica “accoglienza ai migranti”.

Sappiamo tutti di Ostia, “municipio” di Roma ma grande quasi quattro volte Lamezia, e che è in mano a delinquenti vari, anche mafiosi; e perché se ne parlasse c’è voluto un episodio di violenza pompato dalle circostanze elettorali.
Però in Calabria abbiamo una commissione antimafia e una commissione antindrangheta; senza contare gli antimafia sfusi e autogestiti. Già, non ho dimenticato i 9 milioni di euro che stanziò la Giunta di centro(destra), e dilagarono fiaccole, marce, libri, progetti a scuola… Oggi è molto di meno, e si vede che i soldi sono finiti.
Che hanno fatto, le sue commissioni, prima, prima e non dopo dello scioglimento di Lamezia? Parole e piume, dice l’antico proverbio spagnolo, il vento se le porta via.

Ora si vorrebbe un consiglio regionale sulla mafia: chiudere la stalla quando i buoi sono scappati? E mi viene a mente una recente riunione del consiglio che durò esattamente un’ora (minuti 60!) per approvare nove punti: sei minuti e rotti a punto, poi tutti a cena. Non parlò nessuno, tanto meno la sedicente opposizione di centro(destra). Un simile così scalcinato consiglio regionale, alla mafia non fa manco il solletico. Ma ora rientra Salerno, dopo qualche tempo al gabbio e qualche altro ai domiciliari: davvero un bel progresso.
Serve invece un’azione antimafia vera: la magistratura faccia il suo lavoro, che è di perseguire le singole persone per singoli reati; ma il governo colpisca la mafia come sistema.

La mafia è, infatti, un sistema e non una somma di birbaccioni: dalle grandi banche riciclatrici all’ultimo spacciatore di periferia, vanno colpiti tutti assieme.
Dite voi, ma i diritti umani, la presunzione d’innocenza… e no: se lo Stato vanta il diritto di sciogliere i consigli prima di qualsiasi sentenza, allora può anche non andare tanto per il sottile…
Lo Stato: ma questo nostro è solo stato, cioè participio passato del verbo essere.
Ma ecco le ultimissime di cronaca: il sindaco di Lamezia farà ricorso al TAR. E quando si mette il TAR…

Ulderico Nisticò


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