Cosa succede, cosa succede in Città? puntata del 2 settembre 2016


catanzaroSiamo esterrefatti: l’annosa questione che si trascina da anni, supermercato sì, supermercato no, è tornata d’attualità.Sembrava fosse conclusa, e avesse prevalso il supermercato no! E giustamente, aggiungiamo noi! Infatti: a cosa diavolo serve un altro supermercato in Città? E per di più a ridosso – provocatoriamente – di altro analogo e prestigioso esercizio. Non bastava quello? Semmai ingrandiamolo, raddoppiamolo, triplichiamolo, quadruplichiamolo, o no? Insomma la vicenda sembrava avviata all’oblio, con buona pace di tutti. O quasi, perché, come spesso accade, c’è sempre qualche rompiscatole. Qualcuno a sostegno del il supermercato sì! Si tratta dei soliti noti, gli idealisti irriducibili, i cultori della giustizia sociale, pensate un pò! Con lo stucchevole ritornello: la pluralità e la diversificazione dell’offerta, la libera concorrenza, i prezzi calmierati, l’antitrust, i diritti dei cittadini, bla, bla, bla, bla! Che barba, che noia!

Con tanti problemi che affliggono la Città,tipo: corso Mazzini a sagghira, o a scindira? Magari entrambe, con alternanza giorni pari e giorni dispari? Sì, ma la domenica è pari o dispari? Mamma che caldo, che fatica. Meglio passare ad altro. Dibattito serrato con picchi di eccelsa saggezza: Psicologia si, o Psicologia no? E dove? Al San Giovanni? Forse sì, o forse no. O è meglio al palazzo della Provincia? Oppure, per par condicio, “psico” al San Giovanni, e “logìa” al palazzo della Provincia, che bella pensata, eh? E se fosse meglio alla caserma Pepe? E ccu u sapa? Ci siamo: la schiaffiamo al Pugliese, che così sono contenti anche i parcheggiatori abusivi. Sì, ma chi glielo dice al commissario Scura? Mamma mala ‘e capu! Basta, è deciso: Psicologia va al Ceravolo, o  – in struttura galleggiante – al porto di Lido, e non se ne straparli più. Che tanto i lavori allo stadio e quelli al porto dureranno ancora qualche decennio, e  nel frattempo possiamo fare quel che ci pare. A condizione, però, che qualcuno avvisi per tempo Abramo, altrimenti inizierà la solita litania: on mi dissaru nenta!

E allora in questo casino, aggravato dal caldo, dal rincaro dei zoparichi, dagli ingorghi a Copanello, ma cosa diavolo ci importa del supermercato sì? Niente. E quindi stavamo tutti belli tranquilli quando, come un fulmine a ciel sereno, piomba la sentenza del Tribunale Amministrativo Regionale (la n. 01612/2016, pubblicata il 27 luglio scorso), che tornau u santu arretu! Anzi, peggio. Ora spadroneggia il supermercato sì: cose da pazzi! Ma ‘sti giudici on hanno nenta ma pensanu? E alla Città ci pensamu nui? E mmo cchi facimu? Addirittura il supermercato sì ha osato aprire i battenti pochi giorni fa! Per la verità con una folla di clienti e, da restarne sbalorditi. Per fortuna però, con zelo teutonico, i nostri tutori della legalità sono piombati nella struttura, una irruzione da far rabbrividire l’ispettore Derrick! E apriti cielo: richieste di autorizzazioni, di documenti, carte, minuziose ispezioni, unità cinofile, anfibi (nel senso di automezzi, non di rospi), pronti per il guado delle vicine fiumare, non si sa mai. E poi sanzioni esemplari irrogate, altre preannunciate, e così via. In barba al Tar. Ma sì, che ce ne importa! Trionfi la giustizia proletaria!(pardon, trattasi di refuso gucciniano).

Perché, fuori dalla ironia: cosa succede, cosa succede davvero in Città? Succede che qui trionfa la logica di sempre: prevaricazione, arbitrio, arroganza, ingiustizia. Dei pochi a danno dei molti. Siamo contrari alla concentrazione di poteri, e contrari ad ogni monopolio in qualsiasi settore. Non abbiamo particolari simpatie per i supermercati, al contrario, crediamo che i cosiddetti negozi di prossimità debbano tornare al centro della rete distributiva, per mille ragioni. Non abbiamo altresì alcun legame con gli imprenditori del famigerato supermercato sì. Tuttavia, non capiamo perché un esercizio, se in regola con le norme vigenti, non possa aprire normalmente, e debba – viceversa – essere sottoposto ad una estenuante, vessatoria via crucis autorizzativa. Ci auguriamo che le attenzioni particolari, per così dire, cui è stato oggetto finora, abbiano fine. E saranno così le persone – e soltanto loro – che, in veste di clienti, ne decreteranno la buona o la cattiva sorte. Nessun altro. Da parte nostra, stiamo con queste persone. E con quanti credono in una convivenza ancora civile e democratica in Città. Per cui seguiremo con attenzione questa vicenda, attivando ogni canale, locale e nazionale, e la nostra compagine parlamentare.

Sinistra Italiana Catanzaro


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