Dubbi astronomici di Santa Lucia, Sirleto e Giglio


Auguri a tutte le donne che si chiamano Lucia. La festività, molto sentita, suggerisce una riflessione di natura astronomica.
Avrete sentito il detto “Santa Lucia, la notte più lunga che ci sia”; e, più poeticamente, il nostro detto dialettale: “A Santa Lucia, nu passu e puddia [gallina]; finu a Natali, nu passu di cani; e Natali ‘m poi, nu passu di voi [bue]”, riferito dunque alla durata del giorno e della notte. La notte appena trascorsa dovrebbe essere dunque quella più buia, e ciò spiegherebbe anche il nome di Lucia, da lux, φώς: il ritorno della luce.

Ma abbiamo studiato che il Solstizio d’inverno, Solis statio, è il 21 dicembre, quando, alle nostre latitudini, il dì dura solo otto ore, per poi allungarsi fino all’Equinozio di primavera, Aequa nox, e al Solstizio d’estate.
Svelato il mistero. Giulio Cesare, tra le tante riforme fatte manu militari (beato lui), incaricò Sosigene di Alessandria di mettere ordine nel vecchio calendario di Romolo, palesemente sfasato. Ed ecco i dodici mesi, per un totale di 365 giorni, più, ogni quattro anni, “ante diem bis sextum Kalendas Martias”, il 24 febbraio ripetuto; noi usiamo il 29.
Per inciso, tutte le date della storia romana sono sbagliate, e ce le teniamo per convenzione e praticità.

All’astronomo greco di Cesare, però, sfuggirono sei minuti, che, sommati anno per anno, in quindici secoli cominciarono a farsi sentire. Si aprì una discussione sulla data della Pasqua, che è mobile; e, attraverso ciò, sulle date in genere. Se ne fece carico il cardinale Guglielmo Sirleto, che utilizzò gli studi di Luigi (Aloisi) Giglio (Lilio) di Cirò e di suo fratello Antonio. Il papa Gregorio XII, convintosi, emanò la bolla “Inter gravissimas”, con la quale aboliva dieci giorni dal 4 ottobre di quel 1582, e riportò il tutto alla precisione. Avanzano ancora dei minuti secondi, e perciò, con un calcolo complicatissimo, ci sarà prima o poi un secolo bisestile.

Parentesi: la Calabria se n’e fregata amaramente sia del Sirleto nel 2014, sia del Giglio nel 2010. Altrove avrebbero fatto sfracelli, ma qui funziona solo l’antimafia segue cena.
Ecco un’altra riforma fatta senza chiacchiere. Altro che oscurantismo della Chiesa! La protestante Inghilterra attese di diventare Gran Bretagna (1714) per accettare il calendario gregoriano; gli Ortodossi, manco a dirlo, la rifiutarono e la rifiutano tuttora, e si tengono il giuliano. Curiosità: la Rivoluzione si lesse sui giornali europei “d’ottobre” 1918, ma in Russia era novembre; e ci volle la dittatura comunista per cambiare calendario.

Può darsi che la credenza su Santa Lucia sia quanto rimane degli antichi calcoli non del tutto esatti. Come sia andata, che santa Lucia, patrona della luce, ci conservi la vista degli occhi; e, quel che più conta, la luce della mente, che i Calabresi, a forza di pensarci sopra, hanno perso!

Ulderico Nisticò


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