È un po’ che non sbarca Ulisse: sarà un genocidio?


cartello-cz-ulisse Sono preoccupato per Ulisse, re di Itaca e girovago. Niente niente ha fatto la fine del XXVI dell’Inferno, invece di quella micia micia del XXIV dell’Odissea? È parecchio che i giornali calabresi non c’informano di uno sbarco del figlio di Laerte da qualche parte della Calabria: né a Copanello come pensò Gatti, né a Gizzeria e poi Tiriolo come vorrebbe Wolf, né a Nardodipace come propose Mosino, e nemmeno a Crotone: non mi ricordo chi. Fatemi sapere come stanno le cose, vi prego! Come fa, la cultura calabrese, senza almeno uno sbarco dell’astuto eroe sotto casa?

 A dire il vero, non è rimasta senza nulla, la Calabria: al posto di Odisseo, sono arrivati i Templari. Templari semplici, Templari Federiciani, altri Templari sfusi… Scusate, scordavo i Templari di Chiaravalle. Castelli, palazzi, case, chiese: ogni buco, un Templare; una densità di popolazione templare, in Calabria, che manco il giorno che li bruciarono a Parigi.

 Però, se vogliamo, anche la gloria dei calabri Templari sembra destinata a sfumare, e al suo posto arrivare i teschi di Lombroso. Decine e decine di sindaci calabresi si sono schierati contro Lombroso non appena hanno saputo che c’era un tizio chiamato così: molto di recente, e prima non l’avevano mai sentito nominare. Lo sanno, ora, e gridano no al nazista Lombroso! Come ci sono rimasti male quando, su mia indicazione, hanno dovuto costatare che si chiamava Marco Ezechia, ed era ebreo; e morì nel 1909, parecchi annetti prima del nazionalsocialismo. Ma ora ogni paese ha un suo teschio ottocentesco da recuperare, un caro estinto cui dedicare una via. E magari un convegno finanziato, no?

 Ma anche il successo di Lombroso non durerà a lungo, soppiantato com’è dai genocidi. Da quando Aprile ha scoperto che i Meridionali sono stati sterminati – anche i miei bisnonni, e io sono nato sotto un cavolo! – ora tutti vogliono un genocidio paesano, qualche migliaio di morti ammazzati. Secondo voi, nei nostri borghi non c’è almeno uno storico locale che, “con ricerche d’archivio”, scopra almeno un eccidio? Quello al genocidio è una specie di diritto umano inalienabile; come i teschi lombrosiani, i Templari arrosto e lo sbarco di Ulisse. È un po’ che non sbarca Ulisse: sarà un genocidio?

 Che bambinoni, i dotti calabresi!

 Scusate, ero distratto. Nemmeno il genocidio durerà più di tanto. Si diffonde infatti a macchia d’olio l’ultimissima moda: il sindaco minacciato dalla mafia, pallottole per posta prioritaria.

 Se non è minacciato, in Calabria, che sindaco è?

Ulderico Nisticò


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