Emergenza cinghiali in Calabria: provvedimenti inefficaci


Si è tenuto alla Cittadella Regionale, presso il Dipartimento Agricoltura della Regione Calabria, a cinque mesi dalla richiesta inviata al presidente della Giunta Mario Oliverio da parte di CIA, Confagricoltura e Copagri un incontro, per chiedere risposte concrete sui danni da fauna selvatica, in particolare cinghiali. A dichiararlo in una nota è la stessa Cia.
Erano presenti per Confagricoltura il Presidente regionale Alberto Statti, il Direttore regionale Angelo Politi ed il Presidente provinciale di Catanzaro Walter Placida; per la CIA Nicola Monteleone componente la Giunta regionale e Vicepresidente di Cia Calabria Sud; per Copagri il Presidente regionale Luigi Iemma.

Hanno partecipato anche alcuni dirigenti del Comitato di Contenimento Cinghiali guidati dal Presidente Eugenio Fristachi. Per la Regione era presente Lorenzo Vitari, totalmente assenti i rappresentanti istituzionali della Regione.
“La problematica dei danni nasce quando, – si legge in una nota diffusa dalle tre associazioni – al fine di soddisfare le richieste provenienti dal mondo venatorio, sono state effettuate ripetute campagne di immissioni, in particolare cinghiali di specie alloctone, aventi dimensioni e prolificità elevate in territori dove il cinghiale non è mai esistito. Nell’incontro, sono state ribadite le richieste e le proposte che ormai da anni si stanno inoltrando, anche nella Consulta Faunistica Venatoria Regionale, senza ottenere risposta alcuna; tra le principali: eradicazione della specie cinghiale nelle zone a vocazione agricola, con urgenza nelle aree vocate a colture di pregio; rotazione annuale delle squadre nelle aree di caccia; autodifesa degli agricoltori che muniti di porto di fucile e licenza di caccia possono abbattere i cinghiali nei propri fondi”.

Oltre ai danni, i rappresentanti di CIA, Confagricoltura e Copagri, hanno espresso molta preoccupazione per il settore zootecnico poiché diversi cinghiali abbattuti “sono risultati affetti da tubercolosi, in base a quanto accertato dai servizi veterinari, malattia che è facilmente trasmissibile agli altri animali ed anche all’uomo; essendo il cinghiale animale selvatico e in continuo movimento, è assai probabile la diffusione territoriale della malattia. Ciò sarebbe catastrofico per il settore zootecnico calabrese”.
CIA, Confagricoltura e Copagri, ribadiscono “forte perplessità e contrarietà all’intenzione della Regione di costituire una Task-force che affronti la problematica sanitaria con la partecipazione solo del servizio veterinario, delle associazioni venatorie e dei carabinieri forestali con esclusione degli agricoltori che sono gli unici a cui i cinghiali arrecano danno. Per questa ragione, si chiede la costituzione di una Task-force regionale più ampia che affronti la problematica nel suo complesso ed abbia poteri di intervento immediato, in quanto le scorribande dei cinghiali sul territorio e i danni cagionati all’agricoltura sono oramai quotidiani”.

“Solo alla fine del confronto – scrivono – si è venuti a conoscenza che in precedenza il capo struttura del Dipartimento aveva comunicato che su disposizione del Dirigente Generale la riunione era stata differita a data da destinarsi. Tutto ciò lascia le rappresentanze di CIA, Confagricoltura e Copagri molto perplessi, tanto da fare dubitare della effettiva volontà della Regione Calabria di affrontare con decisione la problematica”.
“Le compagini unite di CIA, Confagricoltura e Copagri, – proseguono – stanno sino ad ora stanno approcciando il confronto con diplomazia e con metodi propositivi, come nel loro stile, ma la pazienza sta finendo visto che dopo anni nessun provvedimento è stato adottato e quello che è stato fatto non ha prodotto nessun risultato. Perciò in assenza di provvedimenti efficaci, nelle prossime settimane, saremo costretti a mettere in atto azioni di protesta”.


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