Francesco Pitaro, un giornalista-scrittore che racconta la Calabria positiva


fpitaro1Nel panorama del giornalismo culturale calabrese, che si esprime attraverso articoli e saggi che appaiono su testate di quotidiani regionali od anche, ancora più spesso, sulle pagine di periodici locali o di ambito territoriale, un posto di tutto rispetto merita Francesco Pitaro, noto ai lettori di tutta la Calabria soprattutto per i suoi lucidi e brillanti articoli apparsi sulla pagina “Arte, cultura e spettacolo in Calabria” del diffusissimo quotidiano “Gazzetta del Sud”. La sua limpida ed efficace penna consente di annoverarlo senz’altro tra i giornalisti-scrittori della nostra regione, oltre che fra i più puntuali e seri divulgatori della storia e della cultura calabrese.
Nativo di Gagliato, piccolo centro collinare poco distante da Catanzaro, ma residente a Montepaone, Francesco Pitaro è stato collaboratore di Radio Vaticana e comunicatore del Dipartimento Politiche Comunitarie della Regione Calabria, praticando l’attività giornalistica su varie testate nazionali e regionali, ma anche su periodici culturali come “Calabria Letteraria”. L’aspetto della sua molteplice attività che a noi preme illustrare è quello di serio studioso ed efficace divulgatore di fatti e figure della storia, della letteratura e dell’arte calabrese.
L’ultima sua pubblicazione risale allo scorso mese di settembre e reca il titolo di “Pagine scelte di storia calabrese”, edita da “Il Testo editor”. Si tratta di una raccolta di 23 pezzi giornalistici che l’autore ha scritto per la pagina “Cultura e spettacolo” della “Gazzetta del Sud”, “sintetici e dal taglio divulgativo”, ma, a mio avviso, di grande efficacia comunicativa, che si fanno leggere agevolmente anche dal lettore più comune. Pitaro racconta, con una scrittura scorrevole e accattivante, figure e fatti della nostra storia regionale e ci fa conoscere personalità importanti ma quasi dimenticate o ignorate dagli stessi calabresi, come Achille Fazzari (1839-1910), ardente patriota e grande amico di Garibaldi, che partecipò alla spedizione dei Mille e si distinse nella battaglia del Volturno; Gaetano Ruffo, che fu uno dei cinque martiri di Gerace del 1847; Maria Oliverio detta “Ciccilla”, donna coraggiosa e dal carattere forte, brigantessa “alla macchia per amore”; Teresa Gullace, “icona della Resistenza”, il cui atto di eroismo (Roma, 3 marzo 1944) ispirò a Roberto Rossellini il film “Roma città aperta”. Il libro di Pitaro non manca di raccontare, con l’intento di conservarne memoria, avvenimenti significativi del Novecento calabrese, come la battaglia di Punta Stilo (luglio 1940), la visita in Calabria del presidente del Consiglio Amintore Fanfani (1961), l’uccisione a Catanzaro del dirigente comunista Luigi Silipo (1965). Quest’ultima “storia”, con un titolo tutto gaddiano (“Quel pasticciaccio brutto nel quartiere Maddalena”) rievoca la storia, ancora avvolta nel mistero, della tragica morte di colui che fu, come scrisse “L’Unità”, “una delle figure più rappresentative del movimento operaio e contadino in Calabria”.
libro1bOltre che divulgatore della storia calabrese, Pitaro è anche un attento lettore e puntuale recensore di libri che trattano della Calabria sotto ogni profilo: storico, letterario, artistico, turistico-culturale, folklorico e via dicendo. Al 2014 risale l’uscita, presso “Il Testo editor”, del volume “Calabria racconta”, che ha come sottotitolo: “Recensioni di opere di autori calabresi”, un testo originale ed apprezzabile che raccoglie le sue più recenti recensioni, caratterizzate da obiettività e lucidità di analisi e che contribuiscono alla “scoperta” di nuovi autori e studiosi del ricco panorama culturale calabrese. Nello stesso ambito si colloca un precedente volume di Pitaro, uscito nel 2010 presso “Edizioni La Rondine” : “Calabria in terza pagina”, che ha come sottotitolo: “Note, recensioni ed elzeviri”. Gli autori recensiti sono tanti e sarebbe difficile elencarli tutti. Ve ne sono di noti e meno noti, ma tutti meritevoli di essere segnalati, come opportunamente fa Francesco Pitaro, fornendo un prezioso quadro informativo ai futuri storici della letteratura calabrese.
“E’ la Calabria che emerge dalle opere di autori calabresi, più o meno affermati e conosciuti, qui recensite, tutte scritte in positivo” dichiara lo stesso Pitaro nella premessa al libro, così continuando : “Non per eludere la realtà e chiudere gli occhi davanti alle molteplici criticità di natura etica, sociale ed economica che attanagliano al giorno d’oggi la nostra terra. Ma, al contrario, per dare un segnale incoraggiante che vi è un’altra Calabria – ci si augura maggioritaria – che non si arrende, che lotta e che spera”.
Molti i “pezzi” interessanti presenti nelle due raccolte di articoli sopracitate. Si va dai “profili” di importanti figure della Chiesa calabrese (D. Mario Squillace, D. Francesco Mottola, D. Gaetano Catanoso, recentemente innalzato all’onore degli altari) alla riproposizione attualizzata di personaggi di grande rinomanza della nostra storia culturale (Gioacchino da Fiore, San Nilo di Rossano, i dieci papi calabresi ), ma anche alla presentazione di libri calabresi di taglio turistico-culturale, come i volumi su Tropea di S. Ciccarelli o su Cariati e su Sybaris di F. Liguori. Di quest’ultimo autore Pitaro recensisce con grande competenza anche il saggio letterario sul poeta calabrese Luigi Siciliani (“Siciliani, poeta pagano dalla sensibilità moderna” è il titolo efficace della recensione apparsa su “Gazzetta del Sud” nel marzo 2012).
Meritevoli di essere segnalati, tra gli scritti di Pitaro, sono anche alcuni saggi storici, come “Saverio Mattei, letterato e giurista del XVIII secolo” (1997), “Gregorio Mattei e Luigi Rossi, martiri della Repubblica partenopea” (1999), “Montepaone, una storia e una leggenda” (1991). Ci piace, infine, segnalare altri suoi scritti che testimoniano del suo interesse per le tradizioni e il folklore calabrese, come “Natale d’altri tempi” (2013), “Penzìeri ô fhoculàru, poesie in vernacolo calabrese” (1995); “Tìempi antichi, poesie dialettali calabresi” (1997), “Dolce paese, racconti” (1997), “A Muntipaùna” (2013). Quest’ultimo libro è la storia in versi dialettali della cittadina ionica del Golfo di Squillace, Montepaone, raccontata piacevolmente da Pitaro, che vi risiede da anni e ne è diventato il “cantore” più accreditato della sue memorie storiche e delle sue bellezze paesaggistiche.
Un giornalista-scrittore veramente prolifico, Francesco Pitaro ! Orgoglioso della sua “calabresità”, che continua a studiare e a raccontare la nostra terra con amore, passione e competenza !

(Franco Liguori *, Corriere della Sibaritide, Anno XL, novembre 2015)

(*) Franco Liguori, letterato e storico di Cariati (CS), già discepolo all’università di Roma di Giovanni Pugliese Carratelli, suo relatore all’esame di laurea in lettere classiche, docente in pensione di materie letterarie nei licei, è membro della Deputazione di storia patria della Calabria. È autore di molte pubblicazioni, tra saggi biografici e di storia locale. Tra le quali vanno ricordate: Cariati nella storia, in collaborazione con il fratello Romano, 1981; Stefano Patrizi, riformatore del Settecento, 1987; Grecia e Magna Grecia, il cammino degli dei, 2000; Sybaris, tra storia e leggenda, 2010; Luigi Siciliani, un poeta e scrittore calabrese tra classicità e decadentismo, 2011; Cariati, la formidabile rocca dei Ruffo e degli Spinelli, 2013.


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