Macron e la Merkel s’incontrano, e scoprono che le elezioni italiane hanno dato un chiarissimo segnale non so se contro l’Europa in generale, ma certo contro questa Europa; il che si aggiunge alla Brexit e alle posizioni di Austria, Ungheria, Slovacchia, Rep. Ceca e Polonia sui “migranti”; insomma, a difendere questa Europa sono rimasti solo loro due e, “per intervalla insaniae”, Juncker.
Ah, i due amiconi si sono accorti che “l’Italia ha sopportato il flusso migratorio”; e dopo che Macron ha sbarrato le frontiere a Ventimiglia e a Calais; e dopo che dei governi italiani europeisti hanno firmato la follia di Dublino.
L’Europa attuale è a un bivio: o si rifà, o muore. Cos’è, l’Europa attuale?
– un Parlamento europeo cimitero degli elefanti, i cui membri manco vanno, e riscuotono lo stipendio; e comunque non conta niente;
– una Commissione indicata dagli Stati, e che conta quanto contano gli Stati;
– un branco di burocrati non si sa da chi nominati, che manovra immani cifre di soldi;
– una politica estera in ordine sparso, ogni Stato per conto suo, e spesso uno contro l’altro;
– l’assenza assoluta di ogni ideale, idea, mito, sogno, poesia ispirati all’Europa: quando pensiamo all’Europa, il massimo che ci viene a mente sono i suddetti soldi.
Le elezioni italiane sono state chiarissime, con la vittoria (politicamente sostanziale al di là dei numeri e casi locali), di due forze critiche se non decisamente antieuropeiste: Lega e M5stelle; e a nulla sono valsi i, del resto, poco convinti appelli al “volemose bene”.
L’Italia ha bisogno di una classe politica che non beli di fronte al ritornello “ce l’ chiede l’Europa”; che sappia battere i pugni; che stracci Dublino; che imponga alle Regioni meridionali di spendere i denari che, obbiettivamente, manda l’Europa.
Alla fine, un governo italiano forte e spiccio potrebbe persino giovare alla stessa Europa. Se no, l’Europa farà la fine di tantissimi esperimenti campati in aria, tipo Cecoslovacchia o Iugoslavia.
Ulderico Nisticò
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