Sulle elezioni siciliane dirò qualcosa quando sarà tutto più chiaro. Intanto osservo che ci dev’essere qualcosa di vero nella notizia di Giuseppe Flavio su Aschenez fondatore di Reggio e pronipote di Noè: infatti, alla nobile città dev’essere rimasta l’abitudine del diluvio! Eh, abbiamo visto auto sommerse, negozi galleggiare… Un patetico tentativo del sindaco e della RAI di prendersela con il cattivo tempo cozza palesemente contro le immagini, le quali attestano l’assoluta impreparazione all’evento non sorprendente dell’autunno e dell’inverno. Anche la Protezione Civile, che manda allerta meteo ogni volta che minge la gatta, a Reggio aveva sussurrato di una pioggerellina! Che mira! Insomma, la favola di Al lupo, al lupo.
Vero, ma qualsiasi acqua cada dal cielo, ci devono essere dei sistemi di scolo: evidentemente, a Reggio, non c’erano! Ora mi risponderanno che ci sono, stando alla legge Tale o secondo un Decreto di Anassila integrato da Micito: e saranno tutti formalmente coperti; vero: ma la città è stata sommersa da acqua che scese dal cielo, però poi non scese al vicinissimo mare. Mollis lex, haec lex!
Mi chiedo allora da quanto tempo, a Reggio, non si puliscano corsi d’acqua, canali, fogne, tombini eccetera: da quanti sindaci ciò non avviene, se preferite; da quali e quanti quadri politici più o meno miracolistici e primaverili. Tanta sozzeria non può essersi accumulata solo con Falcomatà iunior, ma deve risalire, tramite altri e Scopelliti, anche a Falcomatà padre se non altri. E già: a Reggio ogni volta che cambia il sindaco cambia il modo, ma tutti assicurano prodigi e miracoli da far vergognare la Fata Morgana; e tutti ci credono.
Non c’è solo Reggio, ovvio. Mi chiedo se e in quali luoghi dell’intera Italia, e della Calabria in specie, siano mai avvenute simili operazioni di pulizia preventiva. Già, di tutta Italia: i casi di Genova, di Livorno sono segno di uguale incuria; eccetera.
Ma io non ho visto, nelle non poche zone della Calabria in cui capito, un qualche lavoretto estivo; una ruspa a portare via detriti e canneti dai canali; una manina a sollevare tombini per vedere che ci sia dentro… Tutti lavoretti che si dovrebbero portare a termine prima delle piogge e non durante né dopo e sotto l’apocalisse acquea. E che darebbero lavoro. E che costerebbero il 10%, il 5% di quanto poi costa riparare e risarcire danni. Poi dite che uno pensa a male, e magari gli viene che a qualcun altro piace spendere di più, molto di più.
E già, come esiste una medicina delle catastrofi, così c’è un’economia fatta proprio di interventi straordinari, e a questa non piacciono gli interventi ordinari? Boh!
E siccome gli interventi ordinari sono mancati, ecco Reggio sott’acqua; e due anni fa, la Locride; e non dimentichiamo il Beltrame e le Giare.
E già: sono state pulite le fogne, a Soverato? Mi dicono di sì, e ci credo sulla parola e non de visu. Speriamo!
La Regione Calabria, inutile scriverlo, ci dorme sopra. La Calabria è aoristica, e non conosce né passato né futuro: tutto un eterno presente che non passa mai, anche sotto il diluvio di Aschenez, pronipote di Noè.
Ulderico Nisticò