Il patrimonio architettonico e storico-artistico prima e dopo il terremoto: giornata di studio sul centro storico di Petrizzi


 Si è svolto nell’ambito delle iniziative dell’IC Corrado Alvaro di Chiaravalle C.le, di cui le scuole di Petrizzi fanno parte, l’importante evento formativo con tema: Il patrimonio architettonico e storico-artistico prima e dopo il terremoto. La giornata ha coinvolto non solo gli alunni del plesso, ma la popolazione tutta e ha visto la partecipazione delle associazioni presenti sul territorio, del Sindaco Prefettizio del comune, dott. Luigi Bigagnoli, del Dirigente scolastico dell’IC Corrado Alvaro prof.ssa Rita Elia, della prestigiosa presenza del dott. Giuseppe Mirarchi vice direttore dell’U.S.R Calabria, dell’arch. Giuseppe Macrì presidente dell’ordine degli Architetti PPC Catanzaro, dell’arch. Oreste Sergi-Pirrò.
Lo svolgimento si è articolato in tre fasi: le attività al mattino, svolte in aula, dal docente referente del progetto prof. arch. Eros Corapi, presso le classi della scuola secondaria di primo grado del Comune di Petrizzi, con le quali si è discusso con i ragazzi del patrimonio urbanistico, architettonico, storico–artistico, e demo-etnoantropologico del loro Comune, ponendo il focus sulla loro percezione delle caratteristiche peculiari dei luoghi ad essi più cari. Nel primo pomeriggio, alle ore 15, si è svolta una passeggiata per il centro, accompagnati dall’ esperto arch. Oreste Sergi-Pirrò, il quale ha illustrato le caratteristiche di quanto discusso al mattino, in un’ottica tecnica del patrimonio storico-artistico. In tal modo i ragazzi hanno potuto cogliere il rapporto tra la loro percezione del vissuto, nel rapporto quotidiano con il patrimonio comunale, con quella tecnica. Al termine dell’itinerario si è giunti all’edificio comunale, che il Commissario prefettizio del comune, dott. Bigagnoli ha cortesemente concesso in uso per lo svolgimento delle attività. Qui i ragazzi hanno esposto i loro lavori, aventi come tema la rappresentazione di uno spazio ad essi particolarmente caro del territorio in cui vivono; nel contempo si è svolto il seminario, al termine del quale tutti i partecipanti ed il pubblico presente, hanno potuto ammirare i lavori dei ragazzi. Il seminario, ha visto una prima parte di interventi e saluti istituzionali da parte del commissario prefettizio dott. Bigagnoli, del Dirigente Scolastico dell’IC Corrado Alvaro prof.ssa Rita Elia, ed una seconda parte di interventi tecnici, con l’arch. Oreste Sergi-Pirrò, il prof. Tripodi di arte, che ha collaborato nel coadiuvare i ragazzi per la realizzazione delle tavole grafiche ed il prof. Corapi. A conclusione del seminario, l’affettuoso saluto ed il “sentito” intervento del dott. Mirarchi, tra l’altro nativo del luogo, il quale ha voluto sottolineare, l’importanza della conservazione dei luoghi storici e del patrimonio artistico-culturale, nonché sociale, dei nostri piccoli borghi, incitando le giovani generazioni a “vivere il proprio paese” dal vivo, nel concreto, a preservarlo, ad essere costruttori reali, affinché non vada perso nel tempo, in un mondo sempre più incentrato sul virtuale e sull’eccessivo uso della tecnologia.

La giornata dunque, si è improntata principalmente sulla percezione della città. In particolare sul rapporto tra la percezione dei ragazzi, che fungono da cartina di tornasole delle scelte urbanistiche che stanno alla base della città come la conosciamo, ed una visione più tradizionale, imperniata sulla conoscenza del patrimonio storico artistico nella sua accezione classica.

Da qui ci si è mossi per sfociare nella riflessione, ovvero, quanto quello che “ci diciamo” in termini di città, territorio, patrimonio artistico, panorama urbano, trovi effettivo compimento nel “modo” complessivo di vivere il territorio, palesato dalle esposizioni dei ragazzi, sia in termini di rappresentazione (attraverso gli elaborati da essi prodotti, oggetto della piccola mostra avente per tema “lo spazio  che più ami del tuo paese”) che di racconto (attraverso le indicazioni nate dalla  lettura di piccoli brani di loro composizioni, svolte in proposito). La giornata ha così fornito interessanti spunti di riflessione e analisi per scoprire quanto una buona o cattiva urbanistica, abbia raggiunto i propri obiettivi di vivibilità della città, attraverso il franco, onesto e mai preconcetto punto di vista dei ragazzi. Significative a tal proposito anche le parole del l’arch. Oreste Sergi-Pirrò durante il suo intervento: “È da anni, a mio parere che l’urbanistica come la conosciamo, come siamo stati abituati a studiarla, a conoscerla, da tecnici, sia completamente fallita. Ne sono testimonianza le nostre città. Ne è testimonianza il disagio delle nostre periferie, l’abbandono dei nostri centri, l’impraticabilità dei nostri complessivi sistemi. E la cosa che trovo drammatica è che gli stessi protagonisti dei decenni che hanno condotto a questo disastro pretendono oggi di rappresentarcene le soluzioni”. Per noi che ci abitiamo, Petrizzi non è importante per la sua storia, ma per quello che noi viviamo al suo interno. Noi usciamo con gli amici, giriamo in bici, giochiamo a “nascondino” e “guardie e ladri”, l’anno scorso abbiamo perfino ballato la tarantella in piazza. Quindi per noi che ci abitiamo, non è importante per l’architettura o per il duca, ma per quello che viviamo…poi però Petrizzi non è molto industrializzato, non ha la palestra o il parco giochi e quindi delle volte si dice che non si vuole più stare qua, ma dopo tutto noi passiamo bei momenti. Questo, il punto di vista di un ragazzo di 11 anni. Sono ricorrenti, inoltre, il tema degli anziani e della carenza di spazi pubblici. Molti giovani nel pomeriggio, dopo aver pranzato e fatto i compiti, scendono a Soverato perché qui non c’è molto quindi, secondo me, se si costruissero o se si aggiustassero i luoghi pubblici, Petrizzi sarebbe più popolato da ragazzi e non solo da persone anziane, anche perché i giovani sono il futuro. Credo, tristemente ma onestamente, (continua l’architetto Sergi-Pirrò), che ci sia una analisi delle strutture urbane migliore nelle righe che ho letto in questo intervento, che in molti dei progetti che in vita mia ho avuto la sfortuna di leggere. Non è banale. Discuto da due anni con ragazzi della loro età, di città, reti e sistemi urbani. Dei motivi che portano una comunità a decidere di stabilirsi in un punto piuttosto che in un altro. Di mobilità. Di risorse. In loro ho trovato punti di vista e concetti che talvolta, per la loro brillante semplicità, semplicemente sono giusti. Semplicemente sono tecnicamente rilevanti. Semplicemente sono ottima analisi urbanistica. Per fortuna i ragazzi, che non si rendono ancora conto del prezzo sociale che noi adulti gli facciamo pagare, trovano poi in sé stessi i motivi per amare il loro paese. Di un amore talvolta incomprensibile che, come ogni amore, sa accontentarsi del poco che trova. Per me Petrizzi è un posto molto speciale. Molto speciale perché ci sono cresciuto, ci ho fatto amicizie, ci ho giocato, ho passato la mia infanzia. Insomma Petrizzi è il luogo più importante che abbia mai avuto nel mondo.

A. M. Colabraro


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