Il sindaco di Càscina e i medici calabresi


Il sindaco di Càscina, una signora leghista, ha detto una cosa che, sui giornali, è rimbalzata sui giornali come “Pagate meno i medici calabresi”, che sarebbero meno bravi eccetera. Non ha detto esattamente così, ma è sintomo di una mentalità: la sanità meridionale è messa male, funziona peggio. Come mai?
Ragazzi, se i calabresi vanno a curarsi a Milano… o a Pisa, vicino Càscina, un qualche motivo ci sarà, penso. E non è un banale fatto di bravi o non bravi, anche perché moltissimi medici di Pisa o Milano sono meridionali.

Come mai, allora, a Sud la sanità non funziona? Ma perché la medicina contemporanea non è una somma di bravi o non bravi medici, non è l’intervento di re taumaturghi come nel XIX dell’Odissea (quella vera!), è un sistema fatto di tanti elementi, che vanno dagli inservienti agli infermieri ai medici alle attrezzature.
Oggi, e non sull’astronave di Star Trek e nei film di fantascienza, ma in qualsiasi posto europeo e americano, si usano banalissime attrezzature di nanotecnologia, e interventi chirurgici non invasivi, e tante altre cose di cui io, che non sono medico, ho appena sentito parlare. Ma oggi un’operazione si fa in mezzora più qualche ora di osservazione, e intanto il paziente legge il giornale e chiacchiera di calcio con il medico… medico che spesso è un vecchio compagno di scuola calabresissimo, che però lavora a Bologna e a Firenze.

Invece in Calabria la locuzione più usata non è “telecamere microscopiche”, o “laser”, eccetera, è la magica espressione “posti letto”! Un’espressione che, per fare un paragone, è come se io questo modesto pezzo lo scrivessi con penna d’oca e calamaio invece del computer per poi spedirlo mail.
E invece la guerra in Calabria si fa per i “posti letto”, che in realtà significano “posti”, ovvero “pianta organica”, ovvero assunzioni, primariati…
Ecco da dove sono venuti fuori, negli anni 1970, i sette ospedali della Piana, uno ogni cinque chilometri; e quelli di Soverato, Chiaravalle, Serra, Soriano, Tropea, Vibo, Pizzo… Piante organiche, assunzioni di medici pochi, e passacarte tantissimi. E interessi elettorali a fiumi.

Morale, chi può va a curarsi altrove; e siccome Pisa è tra le mete più gettonate, la signora sindaco di Càscina, provincia di Pisa, lo sa, e lo dice. A che servono dunque gli ospedali in Calabria, se poi la gente va a Pisa? A Pisa, dove almeno metà dei medici sono meridionali, però usano le nanotecnologie, il laser e ogni altra moderna diavoleria; e il paziente, senza “posto letto”, si opera, saluta e ripiglia l’aereo.
A proposito, ovvio che con questi sistemi i costi siano molto più bassi: la più avveniristica e fantascientifica delle telecamerine microscopiche costa infinitamente meno di un “posto letto”. Basta saperla usare. A proposito, l’emigrazione sanitaria la paga la Regione Calabria, donde la voragine del passivo.

I medici calabresi di Calabria sono meno intelligenti dei medici calabresi di Pisa? Certo che no: ma questi, a Pisa, hanno la telecamera, e quelli, i rimasti qui, combattono per i “posti letto” e la speranza di un primariato prima di andare in pensione. Meno male che Sgura c’è.
Ora si scatena la superbia paesana, con rievocazioni magnogreche (750 generazioni fa!), e volano le accuse di razzismo. Ma io mi aspetterei che i medici calabresi e meridionali, punti sul vivo, scioperino per chiudere i “posti letto”, e ottenere in cambio le telecamere; e invece è il contrario!
Riassunto: quando parlano male del Meridione, non è un pregiudizio etnico, è quasi sempre la pura verità, e lo sanno! I Meridionali invece facciamo come quello che va sì dal medico, però dichiara di sentirsi benissimo, e non piglia manco le pillole: tanto, c’è internet.

Curarsi in internet? Già: nel Sud, della modernità pigliamo solo il peggio! Poi ce la caviamo con l’orgoglio dei morti di fame con “mio nonno era barone”.
Corollario. Dal 1970, la politica ha guastato la medicina. Vero, ma anche la medicina ha guastato la politica, in una disastrosa interazione di voti e interessi. Per forza i medici hanno preferito i “posti letto” e le “piante organiche” invece dell’ammodernamento, che giova ai pazienti, ma non frutta voti e primariati più o meno genuini o fasulli.
A proposito, lo stesso e peggio per la scuola e molti altri settori; ma qui stiamo parlando di medici e medicine.
Risponderà qualcuno? Mai!

Ulderico Nisticò


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