Il Viminale contro il Modello Riace, migranti da trasferire altrove


Per il Modello Riace la parola fine non l’ha scritta l’arresto di Mimmo Lucano, ma la revoca dei benefici accordati al Comune legati ai progetti di accoglienza Sprar e Cas. La decisione arriva dal Ministero dell’Interno che ha fatto sapere che l’ufficio ministeriale si occuperà delle questioni finanziarie relative al termine del rapporto e all’eventuale recupero di contributi già erogati.

Da Roma, inoltre, sono pronti a farsi carico della distribuzione dei migranti in altri centri d’accoglienza. Il provvedimento nasce del fatto che Riace, non solo dopo gli ultimi fatti, non rappresenta più un “modello d’accoglienza” affidabile.

Riace, a quanto pare, non avrebbe garantito uno standard qualitativo e quantitativo sufficiente, a cui si aggiunge il “torto” di aver erogato servizi d’accoglienza a soggetti in più rispetto a quelli contemplati giuridicamente dal progetto accordato al Comune. Si sottolinea, infatti, che il provvedimento non dipende in alcun modo dai reati imputati dalla Procura di Locri al Sindaco Mimmo Lucano, attualmente agli arresti domiciliari.

La revoca nasce da controlli che fanno capo al biennio 2016-2017. Gli accertamenti, perciò, erano nati ben prima dell’avvento di Matteo Salvini a capo del Ministero dell’Interno. Il Comune, nei termini di legge, potrà comunque ricorrere nelle sedi competenti per far valere, eventualmente, le proprie ragioni e opporsi alla decisione.


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