Inaugurato a Soverato il programma della Dante Alighieri con una conferenza del dr. Paolo Squillacioti


Il Comitato promotore della Società Dante Alighieri a Soverato ha inaugurato la sua attività con una conferenza del dr. Paolo Squillacioti, ricercatore CNR, sul tema “Dante e il suo tempo”.
L’iniziativa è stata ospitata dall’Università della 3^età nell’ambito dei venerdì culturali con la partecipazione della Accademia del Liceo Scientifico, che riunisce gli exalunni del “Guarasci” di   Soverato. Numeroso e attento il pubblico presente nella sala del Consiglio Comunale del Palazzo di Città.
La prof.ssa Sina Pugliese Montebello, presidente dell’Università, ha porto i saluti e ha salutato con piacere la collaborazione con la Società Dante Alighieri, nello spirito di apertura alle iniziative culturali che caratterizza la storia dell’Università della 3^ età.
Il dr. Eusebio Chiefari, presidente dell’Accademia del Liceo scientifico, ha sottolineato, nel suo intervento di saluto, il fatto che il dr. Squillacioti sia anche lui un ex alunno del “Guarasci” e che, come tantissimi exalunni, ha conseguito brillanti traguardi nella sua attività professionale.

Il prof. Gerardo Pagano, che rappresentava il Comitato Promotore della Dante Alighieri, ha introdotto i lavori comunicando i passi fatti e quelli che si faranno per la istituzione del Comitato Locale da affiliare al Comitato Nazionale della Dante Alighieri, presieduto dal prof. Riccardi, docente universitario di Storia Contemporanea e fondatore della benemerita Comunità di Dant’Egidio. Pagano ha ricordato che la Dante Alighieri, sorta nel 1889 per iniziativa di un gruppo di intellettuali guidato da Giosuè  Carducci ed eretta in Ente Morale con Regio Decreto  del 18 luglio 1893, ha lo scopo di tutelare e diffondere la lingua e la cultura italiane nel mondo e ha siglato nel 2009 , con il Ministero dell’Istruzione, un protocollo  di intesa per la promozione e la divulgazione delle iniziative di informazione/formazione relative al progetto di potenziamento delle competenze nella lingua italiana. Il programma del Comitato di Soverato è quello di tenere collegati quanti sono interessati alla cultura fondata sulla lingua e la letteratura italiane e di riprendere l’esperienza della Lectura Dantis tentata episodicamente in passato. Pagano ha concluso ringraziando il dr. Squillacioti di aver accettato l’invito per questa conferenza e ha sottolineato competenza maturata attraverso la attività di ricerca e di studio su  quel periodo della nostra storia in cui si è andata formando la lingua italiana.

Il dr. Paolo Squillacioti  ha subito chiarito che la vastità del tema proposto per il suo intervento imponeva una delimitazione con la individuazione di specifici passaggi come il rapporto di Dante con la Firenze della fine del ‘200 e la questione della lingua. Il relatore ha fatto riferimento al problema della datazione della Commedia per  chiarire che sono i primi canti dell’Inferno quelli che testimoniano di un rapporto con la sua città ancora del tutto coinvolgente al punto che i personaggi rappresentati sono in grandissima maggioranza fiorentini e, alla possibile obiezione che Paolo e Francesca non lo sono, si risponde rilevando i legami delle loro famiglie con la città e, soprattutto, che della loro vicenda passionale e tragica non si trova traccia nelle cronache dell’epoca e i versi di Dante sono l’unica testimonianza. Squillacioti ha poi raccontato la partecipazione alla vita politica di Dante e le vicende che portarono alla sua condanna, che lo costrinse all’esilio. Per quanto riguarda la lingua, molteplici son le questioni da considerare: se le parole hanno spesso lo stesso suono e la stessa scrittura dell’Italiano di oggi, spessissimo il significato attraverso si è modificato e la lettura di Dante esige, per una piena comprensione, la consultazione dell’apparato delle note che consente la comprensione di un linguaggio legato alle origini latine, alle influenze del Francese e alle tradizioni e ai costumi del tempo. La lettura di alcuni versi della Commedia e dei sonetti della Vita Nova ha consentito al relatore di approfondire questo aspetto unitamente alla teoria che Dante elaborò per la costruzione del Volgare, in un paese che non aveva unità né politica né culturale e anzi si caratterizzava per la varietà delle parlate regionali a fronte della quale la proposta era di superarla con la individuazione di un Volgare illustre. Concludendo Squillacioti ha ricordato che Dante voleva riprendere  l’attività educativa e culturale di Brunetto Latini in una città che, però, era impegnata soprattutto nelle attività economiche e in quelle, che poi saranno chiamate, finanziarie.

E’ seguito il dibattito che ha consentito a Squillacioti di chiarire ulteriormente alcune sue affermazioni. A conclusione il dr. Squillacioti ha rievuto dalla presidente Pugliese Montebello  i 2 volumi che documentano l’attività dell’Università della 3^ età nei primi due decenni di vita, dal dr. Eusebio    Chiefari la pergamena con la tessera di socio onorario della Accademia del Liceo e dal dr. Falbo, a nome del Comitato promotore della Dante Alighieri,   una targa a ricordo della sua lezione.

Gerardo Pagano


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