Incendia l’auto del cognato, arrestato 26enne


I carabinieri, a seguito di mirata e pregressa attività investigativa, in ottemperanza all’Ordinanza di applicazione di misura cautelare personale emessa dal Tribunale di Palmi, hanno arrestato Francesco Fiumara, ventiseienne del luogo, poiché ritenuto responsabile del reato di danneggiamento a seguito di incendio in concorso ai danni della vettura di proprietà del cognato, M.A., trentottenne del luogo. Le indagini erano partite all’indomani del gesto delittuoso che aveva interessato l’auto di proprietà di M.A. che, nella notte dell’uno aprile 2016, era stata data alle fiamme, danneggiando un’altra auto posta nelle vicinanze nonché la facciata di un esercizio commerciale adiacente. Sul posto i Vigili del Fuoco di Palmi rinvennero una bottiglia di plastica contenente liquido infiammabile confermando da subito la natura dolosa del gesto delittuoso.

Di qui le indagini dei militari della Tenenza, diretti dal Comandante S.Ten. Alfio Rapisarda, in stretta sinergia info-investigativa con il Comandante della Compagnia Carabinieri di Gioia Tauro, Tenente Gabriele Lombardo. Le stesse si concentravano da subito nell’analisi delle immagini estrapolate da alcuni sistemi di videosorveglianza ubicati nelle vicinanze del luogo del delitto; i riscontri hanno permesso sin dai primi momenti di appurare il coinvolgimento dell’odierno indagato nell’esecuzione dell’atto incendiario. Infatti le telecamere erano riuscite ad immortalare l’effigie di in un soggetto che, grazie all’intuito ed all’approfondita conoscenza del territorio degli investigatori, veniva sin da subito riconosciuto proprio in Francesco Fiumara, personaggio già noto alle forze dell’ordine. In seguito le investigazioni hanno consentito di ricostruire non solo il movente del gesto, riconducibile a dissidi di natura privata tra familiari, ma anche di giungere alla comprensione che quell’evento incendiario altro non era che l’ultimo di una serie di atti intimidatori perpetrati nei confronti della vittima nei mesi precedenti con un’escalation acuitasi nel mese di aprile 2016. Pertanto, alla luce dei gravi indizi raccolti a carico dell’indagato, la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Palmi ha richiesto l’emissione di un’idonea misura cautelare, richiesta che è stata accolta in toto dal GIP di Palmi il quale ha disposto per l’indagato la misura cautelare degli arresti domiciliari.


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