Iniziati i lavori di ricostruzione del Lido Ulisse a Squillace lido


Sono iniziati già da qualche giorno i lavori per la ricostruzione del Lido Ulisse a Squillace lido. Tutte le carte sono state regolarmente presentate al Comune per ottenere i relativi permessi. Lo stabilimento balneare, di cui è titolare Franco Paonessa, era stato distrutto da un incendio doloso alle due di notte del 3 maggio scorso.

Della struttura erano rimasti in piedi solo i pilastri anneriti dall’incendio sui quali sorgeva il lido. La spiaggia era stata bonificata dai resti dello stabilimento balneare ad opera del titolare a seguito dell’ordinanza emanata dal sindaco di Squillace, Muccari.. Sempre nella zona marina, due mesi prima, il 3 marzo era stato appiccato un rogo ad un ristorante “La cena di Afrodite”.

Anche questa attività di ristorazione ha avviato i lavori dopo aver presentato la Scia al Comune, per poter riaprire i battenti in vista della imminente stagione estiva. Due imprenditori messi in ginocchio dalla mano nera della criminalità organizzata e che cercano in tutti i modi di rialzarsi, per non farsi schiacciare. Certamente l’opera di ricostruzione non sarà facile né celere, come nel caso del Lido Ulisse, ma c’è tanta buona volontà e tanta voglia di ricominciare.

Infatti Paonessa ha già disposto una fila di ombrelloni sulla spiaggia antistante lo stabilimento balneare, a significare la rinascita con l’auspicio che, anche con il sostegno dei cittadini, si possa superare questo difficile momento che ha messo sul lastrico diverse famiglie. I cittadini, le associazioni, gli amministratori, a maggio sono scesi in piazza per dire forte “no” alla mafia e al malaffare dando vita alla manifestazione “Squillace non si piega” organizzata dal comitato promotore che fa capo all’associazione “La rete”.

Sul fronte delle indagini a fare luce sui nuovi assetti criminali nella zona tra Vallefiorita e Squillace è stata la maxi inchiesta della Dda di Catanzaro culminata nell’operazione “Jonny” con l’arresto di 68 persone della cosca Arena implicati nel business degli immigrati del Cara a Isola Capo Rizzuto e delle scommesse online. In particolare, la gola profonda Santo Mirarchi ha raccontato agli inquirenti le specifiche dinamiche criminose in atto nella zona facendo i nomi di Francesco Bruno detto Ciccio, fratello dei defunti Giovanni e Giuseppe, di Luciano Babbino e di Salvatore Danieli. detto Turi..

Amalia Feroleto

 


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