La cultura si paga…


Se Michelangelo non avesse trovato Giulio II, e vari altri, avrebbe disegnato su foglietti di carta a casa sua, e scolpito nulla, perché allora non c’era la plastilina. Il poeta Marziale così lamenta a un amico: “Anche a me da’ un Mecenate come ebbero Virgilio e Orazio, e vedrai cosa scrivo… ”
Poeti e scultori, tra un verso e una statua, devono vivere, e magari essere sereni per farsi venire le idee. E il marmo costa, un libro costa; scavi archeologici, mantenimento di aree… tutto costa.

A scuola, se no pare brutto, non spiegano mai che il problema più grave del Leopardi non fu la “gobba”, ma furono le difficoltà finanziarie, in evidente contrasto con il titolo di conte; e non raccontano i guai familiari di Pirandello.

Gli antichi avevano una concezione pubblica dell’arte: la tragedia greca era allestita dallo Stato; una cattedrale medioevale era un libro per tutti… Oggi che le chiese sono straordinariamente brutte, e a qualcuno piacerebbe fossero spoglie e bianche come un fienile, teniamo l’arte nei musei. I musei costano, hanno bisogno di tanto, e di personale qualificato da pagare.

Del resto, si paga dovunque, e non vedo perché solo l’Italia si debba concedere gratis. Altra faccenda è prevedere sussidi ed esenzioni per studenti, studiosi, e per i bisognosi… purché siano bisognosi veri, e non i soliti approfittatori amici di qualcuno.
Nel Meridione, e peggio in Calabria, dilaga un’immagine della cultura che possiamo definire dopolavoristica. Il poeta è uno che scrive qualcosa la sera tardi o la domenica, e se l’ispirazione gli viene di lunedì, niente, è giornata feriale! Ecco perché non abbiamo una letteratura indigena, e i pochissimi che ebbero successo, se ne dovettero scappare via di corsa, come Corrado Alvaro, tornando in Calabria il meno possibile, e parlandone ancora meno.

Provate, in Calabria, a proporre… anzi, ve lo chiedono pure, un’attività culturale. E via lodi manco fosse la Divina Commedia (era teatro, diciamo Eschilo), e “solo a UN possono venire queste idee… ”; poi ti dicono che presenteranno un progetto alla Regione… poi non telefonano manco per sapere se sono ancora vivo.
Già, famoso come sono (gratis, ma famoso), se fossi morto si leggerebbe sui giornali; e si risparmiano anche lo squillo.

In Calabria, però, qualcuno viene pagato, e in denaro e in prodotti tipici, ma devi far parte di un giro. Quale? Uno qualsiasi, di qualsiasi risma e loggia e partito e parentela, purché sia un giro.
Insomma, serve, in tutta Italia, quello che abbiamo poco e niente: l’organizzazione della cultura; e che la cultura adeguatamente si paghi. La cultura, a sua volta, genera indotto e benefici non solo morali, ma anche economici. È sempre e solo una questione di organizzazione.

Ulderico Nisticò


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