La Francia, sorella(stra) latina


Cominciarono i Galli, invadendo la Pianura Padana nel IV secolo aC., e nel 390 saccheggiando la stessa Roma. Per farla breve, con la Seconda guerra punica (219-2), Roma sottomise la Gallia Cisalpina, cui Cesare concesse la cittadinanza. Intanto conquistava l’intera Gallia Transalpina (Francia, Belgio, Olanda, Germania Renana), che si affrettò a diventare romana e a parlare latino, cosa che la Francia fa tuttora con una lingua neolatina.

Divenuta la terra dei Franchi, questi mostrarono subito chiare volontà di espansione. Teodorico, re italiano degli Ostrogoti, sconfisse Clodoveo e riconquistò la Provincia (Provenza): Cassiodoro celebra l’evento. Nel 774, però, Carlo Magno sconfisse e uccise Desiderio, e si proclamò re dei Longobardi; dall’800, imperatore romano.

Dopo intrigate vicende, il travagliato Regno d’Italia finì legato a quello di Germania nel 962; e quanto alla Francia, si cominciò a parlare di Oltramontani come nemici. Vennero sì i Normanni dalla Normandia francese, ma si resero subito italiani.

Anche la conquista angioina del 1266 fu sentita come un cambio di dinastia; anche se la Sicilia sintetizzò il suo programma di rivolta con “morano li Franzesi”, e attuandolo in buona parte.
Venne invece sentita come invasione francese quella di Carlo VIII del 1494-5; e si formò una raffazzonata coalizione di principi italiani e re d’Aragona. Da allora quasi nessuno considerò stranieri gli Spagnoli in genere, mentre ci si scontrava con ricorrenti mire francesi. Per dirne una, nel 1624 il principe di Satriano e duca di Cardinale, Ettore Ravaschieri, condusse truppe dei suoi feudi contro Francia e Savoia in Liguria, e ottenne luminosi successi sul campo.

I Francesi “giacobini” del 1796, dal 1804 tornati monarchici, vennero accolti ideologicamente dagli illuministi e combattuti da tradizionalisti e popolo.
Cavour utilizzò Napoleone III, soddisfacendone le ambizioni con Nizza e Savoia, e ottenendo, tra interventi e connivenze, il resto d’Italia. Ma caduto l’Impero nel 1870, i rapporti con la Francia peggiorarono fino a far temere la guerra. La guerra si fece, ma contro Austria e Germania; e la Francia se ne approfittò disegnando una nuova carta d’Europa a suo vantaggio, e lasciando all’Italia le briciole.

La partecipazione della Francia alla Seconda guerra mondiale, che aveva di fatto scatenata, fu breve e ambigua. Nel 1945, tuttavia, aspirava alla Val d’Aosta, e si prese comunque Briga e Tenda. Verso gli anni 1950 sperò di prendersi la Saar tedesca, ma dovette rinunciare.

C’è sempre una Francia che vorrebbe egemonizzare l’Europa; e c’è sempre qualche europeo scolarizzato che ne se avverte il fascino. Salvini e Di Maio, che non sono illuministi, e nemmeno tanto libreschi, rispondono a muso duro che la Francia è uno Stato come gli altri d’Europa, e il suo parere conta quanto quello di qualsiasi altro.
Tanto più che il disastro in Libia lo ha provocato la Francia; e che le frontiere francesi sono sbarrate fisicamente, alla faccia dell’accoglienza.
Sto scrivendo alle 09,06 del 24. Vedremo oggi, come finirà il prevertice sui migranti, e se vincerà Salvini o Macron; o troveranno un compromesso? Ne riparliamo stasera.

Ulderico Nisticò 


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