La frittata è fatta!


“A questo punto la notizia è ufficiale, la frittata è fatta!” come direbbe il buon Edoardo Bennato nella canzone omonima dell’album “Se son rose fioriranno“. Ed evidentemente non erano rose perché due giorni fa Elisa Isoardi, già first lady del vice premier Matteo Salvini, con un tweet al vetriolo, mette tutti a parte di una storia logora, finita da un po’ e che aveva bisogno di uno scoop d’effetto per esplodere con dignità. Sto parlando dell’amore, quello vero, quello che deve essere pubblicizzato perché gli altri lo approvino, o semplicemente ne parlino. Bene o male, non importa. L’importante è parlarne. Quell’amore che quando finisce, lascia strascichi che non si possono cancellare, soprattutto se affidi l’ultimo respiro ai social. Il bello è, poi, quello di affidarsi a sommi poeti per definire con decisione i contorni indistinti di un’apoteosi. Federico Garcìa Lorca, Pablo Neruda, Jacques Prévert, Eugenio Montale, Alda Merini, Julio Cortázar, Nazim Hikmet, Gaio Valerio Catullo, Charles Baudelaire, Charles Bukowski, Khalil Gibran… Gio Evan. Non per sminuire gli altri, ma questo Evan è di alto profilo. Per ora se lo caca solo la Isoardi, ma vedrete che da adesso in poi sarà un turbinio di aforismi sui social, ciascuno a denunciare o esaltare la propria esistenza attraverso la filosofia creatrice del novello genio della letteratura.

Però, ad essere sinceri, non posso dar torto ad Elisa. Matteo ultimamente era uccel di bosco. Praticamente non lo vedeva dall’ultima camicia stirata su istagram. E anche quella era stata “una sveltina”. Il Ministro dell’Interno, negli ultimi mesi, alla Isoardi ha preferito, da buon uomo di Stato che tiene prima di tutto agli Italiani, tanti altri luoghi del Paese che non la loro casa, luoghi visitati perché figli dell’incarico che gli è stato affidato (o meglio, che si è affidato). E quando una persona preferisce il suo lavoro alla donna che dice di amare, prima o poi si ritrova solo soletto, con una grandiosa carriera avviata, tanti soldi ma, perdonatemi il francesismo, una vita di merda. Ma tant’è e pace agli uomini di buona volontà.

La foto pubblicata a corredo della massima del su citato poeta, ha un’efficacia comunicativa che entra nella testa vuota dei fans della soubrette (o presentatrice?) al pari delle gesta pubbliche della coppia Ferragni/Fedez. Un uomo nudo, finito, che riposa esausto sulla spalla della compagna, ancora arzilla e desiderosa di visibilità. Un uomo che ha fatto il suo dovere di compagno, ma forse non per il tempo e con l’intensità che una donna come la Isoardi meriterebbe. Ed infatti, senza paura di sbagliare, la frase quello dice: “Non è quello che ci siamo dati a mancarmi, ma quello che avremmo dovuto darci ancora“. Non le manca quel poco che ha ricevuto, ma quello che lui non le ha dato ancora (e forse non le ha dato mai!). Ora, potete fare tutti i voli pindarici che vi pare, ma foto e frase denunciano un fallimento sessuale. Punto.

Quindi Elisa, più di Matteo, ha dimostrato un senso genuino di appartenenza alle istituzioni lasciando il proprio fidanzato (ex) dedicarsi anima e corpo alle avances e agli amplessi del parter pentastellato Gigino Di Maio. Il triangolo non funziona e, “con immenso rispetto dell’amore vero che c’è stato“, lo abbandona al suo destino di carrierante politico con un percorso obbligato che va dal “salvatore della patria” a “trombato di lusso”, da “indagato” a “condannato ai servizi sociali”. Tutto questo in nome e per rispetto dell’amore.

Dicevo che “allegramente, col consenso generale, la frittata è fatta!“… e visto il programma che presenta Elisa Isoardi, La prova del Cuoco, non v’è dubbio che è il miglior piatto che ha presentato finora.

Gianni Ianni Palarchio (Blog)


Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *