La Giunta Comunale di Catanzaro: un novello Robin Hood… al contrario


LogoPagina_Azimut360_3dUna amministrazione comunale all’affannosa ricerca di soldi e che decide di colpire 1500 famiglie catanzaresi. È questo ciò che emerge dall’esame della delibera della Giunta Comunale n. 257 del 15/6/2015, fino ad ora passata in sordina ma che sta ora sta manifestando i suoi effetti attraverso le lettere dal tono minaccioso ed intimidatorio inviate in questi giorni (o di prossima notifica) a presidenti di cooperative edilizie, amministratori di condomini o singoli proprietari.

Si tratta della possibilità offerta da una legge nazionale del 1998 di trasformare il diritto di superficie in diritto di proprietà sulle aree concesse dalle amministrazioni comunali per costruire abitazioni di tipo economico; tale legge ha delegato le amministrazioni comunali a determinare i criteri di calcolo dell’importo da corrispondere per tale trasformazione, mentre la Corte dei Conti, con delibera del 2011, ha fornito chiarimenti in merito a tali criteri.

L’amministrazione comunale di Catanzaro ha ritenuto di non poter applicare le modalità di calcolo contenute nella delibera della Corte dei Conti, mantenendo solo il criterio che l’importo da corrispondere non sia superiore a quello delle aree cedute direttamente in proprietà.

Il risultato di tutto questo è contenuto nella citata delibera della Giunta Comunale, in cui vengono elencate le cooperative interessate e l’importo che deve essere corrisposto: si tratta di 33 interventi edilizi (per un totale di 1495 alloggi) per un importo complessivo da corrispondere di € 5.453.021 (circa € 3600 ad alloggio).

Ma da un esame più attento di tale delibera emerge che il 68% di questi appartamenti (esattamente 1023) sono ubicati nella periferia sud della città (q.ri Pistoia, Corvo e Aranceto) e che per questi appartamenti l’esborso richiesto è di € 4.355.264, ossia l’80% del totale. Per questi appartamenti l’esborso medio sarà di circa € 4.300 ad appartamento.

In un momento di grave crisi economica, dove numerose famiglie vivono il dramma della mancanza di lavoro e della precarietà e spesso stentano ad arrivare a fine mese, ed in presenza, almeno nella nostra città, di un mercato edilizio in profonda crisi, questa amministrazione non ha niente di meglio da pensare che cercare di fare cassa a spese dei cittadini andando a toccare uno dei diritti fondamentali come quello della casa e colpendo un bene realizzato spesso con grandi sacrifici personali e familiari.

Specie nella zona sud della città, nei quartieri interessati a tale delibera, il malessere nei confronti dell’amministrazione comunale è evidente.

In queste nostre periferie sono state proprio le scelte di carattere urbanistico e di tipo sociale, messe in atto in questi anni da tutte le amministrazioni che si sono succedute alla guida della città, a determinare situazioni di estremo disagio e, spesso, di degrado sociale e di completo abbandono. Qui il mercato edilizio non è in crisi: semplicemente non esiste.

Però, adesso, si chiedono alcune migliaia di euro per evitare che “il Comune divenga proprietario degli edifici, alloggi ed opere”, secondo quanto è scritto nella lettera inviata in questi giorni; oltre al danno di aver fatto dei sacrifici per realizzare delle case in queste zone della città che dovevano essere un gioiello e che invece sono semplicemente dimenticate, ora sopraggiunge anche la beffa/intimidazione della possibilità di perdere tutto, dimenticando di dire che la convenzione sottoscritta dal Comune ha la durata di 99 anni e che quindi esiste un diritto che può essere ancora usufruito per altri 65 anni almeno.

Se questa Giunta Comunale ha un minimo di rispetto per i suoi cittadini ha solo una strada da percorrere: ritirare la delibera n. 257 del 15.6.2015 ed avviare un confronto con i cittadini interessati per pervenire, eventualmente, ad una nuova e diversa delibera; questo modo di comportarsi si chiama DEMOCRAZIA.

AZIMUT 360 – Laboratorio politico


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