La violenza non è assenza di cultura


pugnoI continui fatti di cronaca che si accaniscono contro donne e bambini, stuprati e uccisi da mariti, compagni o fidanzati, potrebbero fare pensare anche ad assenza di cultura, a malvagità figlia dell’ignoranza; e certo non si può negare che i disadattati, gli esclusi sociali, i figli dell’ignoranza più contorta, siano maggiormente inclini alla violenza verso le donne ed i bambini rispetto ai “normali”. Né si può sottacere che spesso siano proprio i giornali a costruire su costoro dei casi psichiatrici e d’esclusione sociale, in una cornice spesso morbosa che, se non vuole giustificare, tenta di dare una soluzione al problema con teoremi, spesso fantasiosi e psichedelici, idonei a comprenderne in qualche modo le motivazioni. In realtà, nella maggior parte dei casi, non si tratta affatto di problema d’ignoranza, di violenza in assenza di cultura (solo pochi giorni fa un medico dermatologo toscano ha ucciso la moglie) giacché le statistiche attribuiscono questo alla “normalità”, a ragioni molto materiali e poco psichiatriche, a gente di buone condizioni sociali e di discreto livello culturale, e quindi solitamente non riconducibile a vera e propria patologia della mente. Dietro gli omicidi di bambini (neonati compresi) e di donne d’ogni età, gli abusi sessuali, lo sfruttamento della prostituzione anche minorile, il più delle volte non ci sono pazzi furiosi, orchi e barbablù sanguinari e feroci ma uomini in doppiopetto, visi “puliti”, benestanti e non privi di cultura (eccetto, chiaramente, quella del rispetto della vita e della libertà altrui), che ritengono un diritto comprare prestazioni sessuali o comunque stuprare e violentare bambine di qualsiasi età; e poco importa se queste non sono cose o beni di consumo, acquistabili secondo la logica della domanda e dell’offerta, cedibili a questi e a quello, o di cui liberarsi in modo cruento e bestiale. Ma è proprio questa logica perversa che spinge a “comprarsi” bambine e bambini, a stuprarli, a farne oggetti d’ogni nefandezza, ad ucciderli; è proprio il relativismo morale e politico ad incoraggiare senza neppure nascondersi troppo (non mancano certo i siti internet che pubblicizzano simili porcherie), società turistiche ed addirittura enti governativi a fare promozione di vacanze “particolari”, dove tutto è permesso se appena si dispone di denaro a sufficienza. E’ proprio questa logica che spoglia gli individui di valori etici e sociali nell’esclusivo interesse d’ottimizzare il rapporto costo-benefici, a spingere i signori della guerra, i governanti di certi stati africani, i padroni delle fabbriche del Sudest asiatico ad arruolare bambini-soldati, bambini-oggetti sessuali, bambini-operai. Tutto questo, d’altra parte, è la “logica” conseguenza di una società che promuove una morale nichilista e relativista, priva di qualsiasi riferimento valoriale forte e certo, che rinnega le sue radici cristiane, che alleva cittadini immemori, sradicati, apolidi, i quali non si sentono un popolo di persone consapevoli, con principi ideali ed uguali diritti e doveri, ma assertori della legge del più forte, utenti e consumatori d’ogni cosa abbia un prezzo conveniente: la casa, la carriera, il sesso, bambini compresi. Questa, insomma, è una società “omnibus”, una società-zibaldone dove si confondono santi e furfanti, si premiano i malfattori e si puniscono gli onesti, dove il canagliume politico e la cancrena morale avvelena quella fonte di gioia che è la vita, se vissuta nel rispetto di tutti. Le teorie ideologiche che sostengono la necessità di garantire libertà incondizionata e indiscriminata a tutti e ad ogni cosa, senza distinguere onestà e turpitudine, senza mettere dei paletti precisi tra il lecito e l’illecito, non possono che sortire più male che bene, non possono che ritrovarsi nell’incubo di una realtà ingestibile, che la sommergerà. Non dico che bisogna privarsi dei giusti piaceri della vita, morali e materiali, ma non si può disconoscere l’esistenza di forma e norma, che non si può vivere solo in una dimensione temporanea e edonistica, quasi con l’ossessione che per essere felici bisogna liberarsi della civiltà, drogarsi impunemente, rinnegare tutto ciò che un tempo si chiamava educazione, rispetto per gli altri. Proprio in questi ultimi giorni, alcuni fatti di cronaca accaduti nelle nostre zone hanno segnato, ancora più profondamente, la società canaglia in cui si vive senza certezze e senza fiducia finanche in chi dovrebbe rappresentare un minimo di serietà civile e morale. Corruzione e malaffare non risparmiano nessuno: giudici arrestati, politici e rappresentanti vari delle istituzioni processati e condannati, preti indagati per pedofilia e per associazione a delinquere di stampo mafioso, lasciano poche speranze per il futuro di una società più sana e capace di resistere all’urto sempre più pesante e terribile dalla criminalità interna ed a quello politico e religioso proveniente dalle masse esterne dei paesi musulmani, ormai all’evidente conquista sanguinosa e violenta di un Occidente debole e corrotto, senza Dio: altro che religione oppio dei popoli! La droga d’Europa, oggi, è il nulla etico che l’avvolge.

Adriano V. Pirillo


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