L’Agenzia delle entrate e la conurbazione


agenzia-entrateNon piango il trasferimento di un ufficio da Soverato a Laganosa; è solo a Laganosa, mica nel Friuli. Anzi, come spesso ho spiegato, fu un grave errore urbanistico voler concentrare, nella pochissimo estesa Soverato, troppi uffici e servizi di vario genere; senza dire che ciò ha guastato l’assetto sociale di Soverato, da ricco centro di commerci a dormitorio d’impiegati, o piuttosto pensionati, ormai; e il comune a più alto tasso di anziani nel territorio, me compreso. La mancanza di declinazioni e concordanze in italiano mi obbliga a precisare che sono compreso non tra i comuni ma tra gli anziani!
All’errore si può ancora, in parte, riparare attraverso la conurbazione. Dovete sapere, concittadini soveratesi e dintorni, che la faranno Corigliano e Rossano; e dico Rossano e Corigliano, non, con tutta la simpatia, Argusto e Gagliato; e ne verrà una città di 80.000 abitanti e vastissimo agro, con agricoltura specializzata, porto, industrie, turismo balneare e patrimonio storico ben valorizzato. Altro che i nostri sonnacchiosi borghi!
Ah, una necessaria precisazione. Corigliano e Rossano non è che hanno indetto convegni segue cena, pacche sulle spalle, sorrisi, chiacchiere e tanti saluti: hanno deliberato ufficialmente con tutti gli atti appositi dei due Consigli Comunali. Non fanno come “noi”, quelli! La conurbazione è una realtà, non una proclamazione da campagna elettorale.
“Noi”, dal fiume Corace al fiume Assi, contiamo a stento 70.000 anime, però divise in 28 (ventotto) comuni, che sarebbero 2.000 abbondanti a testa; in realtà alcuni sono quasi spopolati. I loro agri, frutto di furbate dei tempi di Murat a vantaggio dei possidenti, hanno i confini più fantasiosi: da Petrizzi che arriva a Satriano e non ha mare; a Gasperina che s’inserisce tra Stalettì, Montauro e Montepaone, parimenti priva di spiaggia; ai traballanti confini tra Soverato e Satriano, vero mistero della cartografia.
Aggiungete che, dalle recenti cronache, emergono evidenti fragilità politiche, con frequenti crisi e cadute e rimpasti: pensate a Guardavalle, Badolato, Chiaravalle, Torre, Soverato, Borgia… Come si fa a programmare qualcosa, in tali condizioni?
Ma, la gente, che dirà la gente? Il primo giorno, scenderà in piazza al grido di “Il comune non si tocca”; il secondo giorno, saranno metà; il terzo, quattro gatti, e il grido sarà fievole; entro domenica avranno capito che è meglio così.
Concludo affermando che queste mie parole verranno prese come lacrime d’asino (“pi llacrim’e ciucciu”, in versione originaria); e tutti, da bravi calabrotti astuti, ragioneranno così: “Quel vecchio pazzo ha ragione, ma a me, a ne personalmente, cosa mi esce?”; e siccome c’è poco da guadagnare e qualcosa da perdere a titolo personalissimo, se ne fregano, come sempre, dell’interesse generale.
Se facciamo la conurbazione, anche l’Agenzia delle entrate non sarà più fuori dai confini comunali che tutti, qui da “noi” difendono con valore pari ai ragazzi della via Pal!

Ulderico Nisticò


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