Lamezia Terme – Sospeso l’Adi, un disastro per anziani e malati


Ospedale-Generica2A Lamezia, si fanno sentire le conseguenze della sospensione dell’ Adi, assistenza domiciliare integrata. I primi a pagarne le conseguenze sono coloro i quali, essendo affetti da malattie che compromettono la deambulazione, hanno difficoltà a raggiungere l’ ospedale. Molti anziani della piana lametina sono stati improvvisamente privati di un importante servizio sanitario, che da luglio ha curato 180 pazienti. Tra questi c’è la signora A, I. di 95 anni, affetta da un’ anemia cronica che la costringe a periodiche trasfusioni. Il suo disagio ce lo racconta sua figlia Antonietta.  “Da tempo – riferisce- mia madre usufruiva dell’ Adi, per i prelievi domiciliari. Ultimamente, in seguito a un ricovero in ospedale, i medici hanno sperimentato una nuova terapia in sostituzione delle trasfusioni. Ora, per poter testare i vantaggi della nuova cura, mia madre ha bisogno di frequenti analisi di sangue, che però non può fare in ambulatorio perché non riesce a camminare. Giorni fa, mi sono recata all’ ufficio preposto, presso l’ Asl, con la solita impegnativa del medico curante e mi è stato detto che dovevo ripresentare il modello compilato dal medico, ma, stavolta, citando il piano terapeutico formulato dall’ ospedale. Mi hanno poi detto di attendere la loro chiamata per concordare la data del prelievo. Fatto sta che sono passati quasi dieci giorni e siamo ancora in attesa”.

Gli operatori del servizio hanno deciso di astenersi dalle prestazioni in segno di protesta. Infatti i dodici fisioterapisti addetti all’ Adi  dal mese di luglio non vengono retribuiti.  Un altro motivo di malcontento sarebbe il mancato inquadramento di tali specialisti all’ interno dell’ Asl, fin da quando, sette mesi fa, è iniziato il loro rapporto di lavoro con l’ azienda sanitaria, che pare si sia limitato solamente ad un accordo verbale.

Non si placano neppure le polemiche politiche sull’ interruzione del sevizio Adi. Giorni fa due esponenti del Pd cittadino, Andrea Sinopoli e Giovanna Viola, intervenivano sulla questione dell’esaurimento dei fondi ministeriali destinati all’ assistenza domiciliare  socio-assistenziale per gli anziani non autosufficienti. In particolare, i due esponenti politici chiedevano all’ amministrazione comunale di “di trovare le giuste soluzioni, come ad esempio reperire le coperture momentanee, perché il servizio non può essere interrotto”.

La programmazione dei fondi risale al 2014, quando il Programma Nazionale Servizi di Cura finanziò 110 milioni di euro agli anziani non autosufficienti per 5.208.734 ore di assistenza. Si trattava di servizi diversificati e calibrati in ragione delle diverse regolamentazioni e esigenze territoriali delle quattro regioni obiettivo Convergenza, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia.

Il consigliere comunale Rosario Piccioni ricorda come nel 2014 il Comune di Lamezia, “in qualità di ente capofila del Distretto socio assistenziale del Lametino”, ha ottenuto il finanziamento di quasi 925mila euro dal Ministero dell’Interno per il Piano di intervento relativo ai Servizi di cura agli anziani a cui è seguito l’Accordo di Programma con l’Asp di Catanzaro per l’adozione del Piano di Azione per la Coesione”. Si appella, dunque, al Sindaco affinché si faccia  portavoce presso il Ministero dell’Interno, a nome di tutti i Comuni del Distretto, perché vengano al più presto erogati i fondi per far proseguire il servizio.

Antonella Mongiardo


Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *