Le strade e il sorpasso sul ponte


 Tutte le strade calabresi sono vecchie non tanto di anni – pure – quanto di concezione. Quelle interne, in genere provinciali, sono nate quando il mezzo di trasporto era ancora l’asino quando non l’uomo, o al massimo qualche rara auto dalle prestazioni asfittiche; oggi sopportano un traffico molte volte superiore, e qualsiasi auto è difficile tenerla alla velocità in cui trent’anni fa era difficile portarne una. Secondo me, vanno abolite tutte, e sostituite con una strada sola a mezza costa con bretelline per arrivare nei borghi.

 La 106 venne tracciata quando il traffico era scarso, e la politica fascista mirava al treno e alla navigazione, e non al trasporto su gomma; e quando ancora non c’erano le Marine. E quando le Marine nacquero, verso gli anni 1970, non  un sindaco osò varare uno straccio di piano regolatore per poter almeno allargare la 106; e vi ricordo i decenni in cui sul corso di Soverato passavano autobus e camion; come oggi passano da tantissimi altri centri costieri.

 Se la 106 fosse stata allargata e messa in sicurezza a suo tempo, sarebbe bastato poco. Oggi non oso immaginare un progettista che debba pensare a come superare Davoli Marina!

 Comunque bisogna agire sia sulle strade interne sia sulla 106. È una condizione essenziale, quella che io chiamo la percezione della distanza. Esempio: se io devo andare a Catanzaro, oggi lo faccio a cuor leggero; mentre appena pochi anni fa mi sconfortavo al pensiero del traffico e delle strade impossibili; e lo stesso per Serra S. Bruno da Turriti, mentre resta angoscioso, per me, arrivare a Turriti da casa mia che è al centro di Soverato. Ecco cos’è la percezione del territorio, che, come vedete, non si misura a minuti e chilometri, ma a facilità di accesso.

 Occorre dunque o ammodernare l’esistente, o tracciare percorsi nuovi.

 Ciò premesso, lasciatemi raccontare quanto mi occorse sulla 106 in territorio tra S. Sostene e S. Andrea, quando un fierissimo imbecille effettuò un sorpasso proprio a pochi metri del ponte d’Alaca. Domanda ai giornalisti di paese: se fosse andato a sbattere sulle spallette e fosse defunto, voi chiamereste costui “una vittima della strada”? Io lo chiamo “povero idiota”. Se per fare lo spiritoso avesse causato un incidente, lo chiamerei “assassino”.

 Le strade sono quelle che sono, ma anche gli automobilisti scemi e matti non scherzano. Sotto con i ritiri di patente.

Ulderico Nisticò


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