Lettera a Toninelli


Che pesante fardello, aver buona memoria! Alla notizia della presenza in Calabria del ministro Toninelli, mi vengono a mente due altri ministri, uno di sinistra, Nesi, verso il 1995; uno di centro(destra), Lunardi, verso il 2005; entrambi, giunti a Soverato annunziarono che la 106 era una “priorità nazionale”, chiamando in causa, sempre ovviamente, l’Europa eccetera. Siamo nel 2018, e non è successo un bel niente della 106: quella era, la gloriosa del 1930-5, e quella, ingloriosamente, rimane.

Sotto Renzi e Gentiloni – non ricordo l’inetto ministro di turno – ci venne comunicato che l’A3 cambiava nome in Autostrada del Mediterraneo: un classico dei negozi in fallimento, cambiare nome! E giù una solenne e costosa inaugurazione, anzi parecchie inaugurazioni, e tagli di nastri da consumare le forbici, e i progressi effetti furono ben pochi.

Quanto alle ferrovie, la ionica è quella del 1876, con molti treni in meno; la tirrenica, elettrificata nei soliti anni 1930, è rimasta quella.
A fiuto – e io prima fiuto e poi ragiono, cioè razionalizzo ciò che in realtà so per fiuto – mi fido di Toninelli come di tutto l’attuale Governo: sempre con molta calma, ma mi fido. Faccio notare al ministro, o a chi per lui, che la Calabria patisce un problema di viabilità e trasporti, a causa della sua natura orografica.

La Calabria è una terra di collina e montagna, con poche pianure e due coste molto strette. Ciò per effetto della natura; per effetto della storia, gran parte dei centri abitati è ancora posta all’interno, e tra questi ci sono Catanzaro e Cosenza.

L’esigenza di trasporti moderni e veloci è consustanziale a ogni progetto di corretta e produttiva economia: faccio solo, per brevità, l’effetto del turismo, che dai difficili trasporti subisce un evidente danno.
È impellente l’ammodernamento della 106; e con esso il completamento delle ormai antiche trasversali: la Gioiosa – Gioia T., la Crotone – Cosenza, e quella a me particolarmente cara, la Trasversale delle Serre.
Più complessa la faccenda delle ferrovie, e io cederei volentieri la parola a dei tecnici seriamente competenti.

Sono quasi nulli i trasporti marittimi, un tempo essenziali. Voglio ricordare che un’imbarcazione, anche piccola, può sostituire decine di TIR, con grande alleggerimento del traffico stradale, dei pericoli, e dell’inquinamento. E sarebbe anche la resurrezione di un ceto marinaio, quasi scomparso dalla Calabria.

Dico la mia sugli aeroporti, anzi sull’aeroporto. Secondo il mio modestissimo parere, in Calabria ne basta uno, quello di Lamezia, da rendere effettivamente intercontinentale. E come fanno, da Reggio e da Crotone? Ma come fanno quelli di Milano con Malpensa, che è ben lontana dalla Madunina! Un’autostrada davvero veloce, e una strada seria da Crotone, e i passeggeri impiegherebbero lo stesso tempo di Malpensa – Milano.

Se proprio dobbiamo accontentare i capriccetti di campanile, chiamiamolo Aeroporto della Calabria, o del Re Italo, o di Giufà, così non si offende nessuno, e sono tutti gabbati e contenti!!!
Benvenuto, ministro Toninelli.

Ulderico Nisticò


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