Lettera aperta a Soverato: le nostre straordinarie radici


soveratopercheEgregio Sindaco e Amministrazione comunale, carissimi Cittadini di Soverato,
pur temendo di dimenticare qualcuno, e se incorressimo in ciò ce ne scusiamo moltissimo, riteniamo appropriato un excursus sulle personalità che hanno rappresentato la nostra Città facendola crescere e amare da tutti, senza per questo essere state stritolate in discussioni su bizzarre e discutibili panchine.
E’ evidente come nessuno abbia avuto bisogno di sponsorizzazioni, proclami e sedili, rimanendo per sempre nel ricordo affettuoso, nella stima e nel cuore di tutti noi.
Ci limiteremo semplicemente ad un promemoria on line senza tessere lodi e meriti perché siamo certi che per ciascuno evocheremo ugualmente un sorriso e un’emozione.
Apre questo nostro elenco l’indimenticato Sindaco Antonino Calabretta, cordiale, umile, paterno, appassionato del suo ruolo e della sua carica, per certi versi un visionario, in tempi in cui si osava molto poco. Se Soverato è Soverato, lo si deve in larga parte a lui.
I “grandi vecchi”: il Senatore Filippo Caminiti. Il Capitano Rocco Caminiti. Il dottore Carlo De Pace. Il Dottore Gino Alcaro. Il Dottore Giovanni Alcaro. L’Avvocato Francesco Alcaro. Il Dottore Carlo Curatola. Il Farmacista Francesco Sangiuliano. Il Dottor Gaetano Simonetta e la sua Clinica Salus. Il Notaio Vincenzo Gallelli. Il Notaio Luigi Martelli. L’Avvocato Mimmo Caminiti. Don Ugo Tomaselli. Il Ragioniere Alfonso Cilento. Don Gennaro e Vincenzo Armida. Don Vincenzo e Michele Rosso. Don Biagio e Pietro Anastasio. Don Vito Battaglia. Don Vito Martinelli. Don Peppino Scalamandrè e Don Giacomo Apicella. Don Ciccio Calderoni. Don Giovanni Gerace. Don Pasquale Gioffrè. Don Ernesto Alecci e Don Armando Corapi. Don Giovanni De Pace. I Fratelli Domenico, Pasquale, Pino e Mario Gioffrè. I Fratelli Gennaro, Tommaso e Nando Scalamandrè. Don Ciccio Abruzzo e Don Gennarino Alcaro. Il buonissimo Leopoldo Mico’. Se dimentichiamo qualcuno, perdonateci.
L’appellativo che abbiamo usato, “don”, non è per essere enfatici o reboanti: il “don” era loro, così erano chiamati e così affettuosamente li vogliamo ricordare.
Confessiamo di essere commossi nello scrivere di tali Persone, il cui operare, ingegno, sobrietà e silenzio, hanno fatto sì che sia stato espresso il meglio di quella che è stata la nostra collettività .
<<Io mi ricordo>>: chiunque di noi può affettuosamente raccontare un episodio in cui queste magnifiche Persone hanno “fatto”, e aiutato, consolato, incoraggiato, o sono stati semplicemente presenti, per e nella loro Città.
Ricordiamo tutti gli Artigiani. I geniali Falegnami Maida, Peronace, Apicella, Cimino e Vaccaro, Rupolo, Tropea. Tutti i Titolari di industrie, vanto dimenticato della Città. I Maestri. Le Maestre. Tutti i Professori e i gli Addetti della scuola. Le Maestranze tutte che con il loro duro lavoro hanno costruito la Città. I Commercianti. Gli iniziatori dei primi e ancora sconosciuti stabilimenti balneari. I costruttori di barche. I Salesiani, le Figlie di Maria Ausiliatrice e le loro scuole.
Tutti tessitori di impegno, di progresso e di futuro. Tutti nello stesso percorso dell’agire, della serietà, della compostezza e dell’autorevolezza. Silenziosamente, Soverato germogliava e fioriva per la prosperità e l’orgoglio dei suoi cittadini. Nasceva la Perla dello Jonio.
Oggi dobbiamo meditare su cosa vogliamo e vorremo essere. Custodiamo con passione e con perseveranza l’esempio di questi Padri fondatori e delle loro virtù! Facciamo in modo che la loro traccia non si perda in risse, schiamazzi e strepiti che sono il male di ogni Civiltà.
Fermiamoci a ricordarli, facciamolo con determinazione per riappropriarci delle nostre straordinarie radici: non abbiamo bisogno di sottoscrizioni, proclami e panchine!
….
Per dovere di cronaca riportiamo adesso testualmente le dichiarazioni di Francesco Matozzo, Presidente del Consiglio Comunale, che il 2 Settembre ha partecipato con tre assessori alla presentazione del progetto “Panchina Michelino De Pace”.

Alla domanda della giornalista se ci fosse il supporto e il placet dell’Amministrazione, così ha risposto:

<< Sì, è un’iniziativa veramente bella, mi complimento con chi ha organizzato tutto quanto.
La figura di Michelino non deve essere un’opera in sé e per sé ma deve essere un ricordo di Michelino…
Diciamo che a tutt’oggi è difficile pensare che non ci sia più, perché sembra di vederlo ad ogni angolo della strada tutt’oggi.
Una persona veramente che ha fatto tanto per Soverato, anche con i suoi limiti: posso usare il termine… un maniaco della pulizia! Io mi ricordo che quando lo vedevo in giro, spegneva le sigarette nella sua mano per non gettare il mozzicone a terra… veramente una persona da ricordare… E sono contento e mi complimento veramente con chi ha organizzato tutto quanto.
Sicuramente noi siamo venuti come amministrazione perché ci hanno invitato e ci hanno proposto il progetto tutto quanto, ma siamo venuti anche come cittadini di Soverato perché è un’iniziativa che parte da cittadini liberi di Soverato e noi siamo anche cittadini di Soverato e torno a ripetere è un iniziativa veramente bella da prendere in considerazione>>

Non commentiamo e non aggiungiamo nulla, però esortiamo vivamente l’Amministrazione ad occuparsi delle urgenze che le competono: bilancio, servizi e il buon governo della Città che, per ora, sembra mancante.
A meno che la “panchina” non sia utile strumento per distrarre l’attenzione! Un giocattolo da offrire ai Cittadini affinché si trastullino e si tengano occupati mentre la Città sprofonda… ma questo certamente non lo vogliamo pensare!
Grazie a tutti per la cortese attenzione.
Soverato Perché 2, Pagina Facebook – Blog, http://soveratoperche2.blogspot.it/

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VIDEO | Soverato – Illustrato il progetto “Una panchina per Michelino”


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