Lettera della Befana ai bambini di Soverato e dintorni


226711_4731814425082_1476238202_nCIAO BAMBINI DI SOVERATO E DEI DINTORNI,
sono la Befana.
Come un soffio di vento è passato un altro anno e dopo avere visto come tutti tante cose, belle, brutte, così così, mi sono ritrovata all’improvviso davanti alla fatidica data che mi ha regalato sempre molte emozioni e che come ad ogni compleanno, mi ha fatto ricordare anche stavolta lo scorrere veloce del tempo e della nostra età. Voi crescete, io un po’ meno.!!.
In questi anni ci siamo incontrati più volte, il giorno della mia, della vostra festa. Ho volato nei cieli del mondo per arrivare fino a voi a Soverato, e planare con la mia gonna buffa e ingombrante, su quella piazza gremita di voi e dei vostri genitori, nella fredda sera del sei gennaio.
La prima volta che è stato organizzato il mio atterraggio in questa città, mi sembrava quasi una follia, possedevo una scopa che non avevo ancora collaudato perché riuscivo sempre a strappare un passaggio a Babbo Natale negli altri luoghi che visitavo e quindi ora necessitava di un controllo vero.
Ho pensato persino di non essere adatta, non ero ancora vecchissima come racconta la leggenda che tutti conosciamo, e temevo di fare brutta figura. Ma così non è stato. Con la mia immagine né troppo giovane e neanche vecchia, ho accontentato tutti con il mio sorriso e la mia agilità temeraria.
Stasera ho qui accanto questa scopa un po’ scomposta, dopo tanti voli, e mentre la ripulisco per riporla nel suo sgabuzzino, ho pensato di scrivere io una lettera a voi, come gentile saluto di congedo, perché quest’anno io, Befana Vittoria, non ci sarò. La ragione di questa mia assenza l’ho già dimenticata, si vede che la memoria comincia a indebolirsi oppure il motivo non doveva essere così serio. Eppure solo ieri lo sapevo, me l’avevano detto!.
befana (1)Ritengo giusto dirvi addio perché mi sarebbe sembrato piuttosto maleducato sparire così, senza il lascito di un’emozione, di un saluto finale. Cosa avreste pensato nel momento in cui sareste corsi a ricevere i regali e fare la foto di rito con me e trovare al mio posto una Befana non meno coraggiosa e vivace ma con una faccia, la pettinatura, il cappello e un nome diversi?
“Che brava” avreste detto, dopo anni di amicizia, te ne sei andata così come sei venuta, senza una parola. Cambiano la Befana a cui eravamo affezionati e neppure lo dicono, a noi diretti interessati!!! Non si può fare, perché io, Befana dalle fattezze moderne, oltre ad essere un simbolo scaturito da antichi racconti fantastici ed entrata nei sogni dei bambini, sono soprattutto una persona e mai sarei svanita così, per tornare invisibilmente, nei miei luoghi lontani.
Ho un grande rispetto di voi, mi avete deliziata con la vostra allegria e mi costa tanto dirvi addio. Ma il coraggio e la sensibilità uniti al garbo, sono una parte fondamentale nella vita di tutti noi. Se non possediamo queste qualità, dobbiamo cercarle e trovarle, per non finire destinati collezionare brutte figure e scappare sempre, nelle piccole così come nelle grandi cose.
Sapete, l’istinto di rinuncia al lancio stava per sopraffarmi, la prima volta, per la paura. E anche le volte successive. “Ma chi me lo fa fare di stressarmi così?” mi sono detta. Ma poi ho capito che non bisogna fuggire dalle responsabilità, lasciar cadere le cose, non curarsi degli altri, liberarsene in modo bislacco. Mi stavate aspettando e non vi avrei delusi.
Vi assicuro che pendere nell’aria ad una certa altezza, viene qualche vertigine. Il buio in quel sottotetto dove aspettavo con ansia ma anche tanto divertimento il momento del lancio, amplificava la tensione, mentre sotto venivo acclamata da un’enorme folla. Da lassù vedevo tutti nella grandezza di formichine.. E mentre voi bambini insieme ai grandi, scandivate il mio nome immaginandomi pronta e sorridente a cavallo della scopa già accesa, io ero alla ricerca disperata di un bagno.. Ogni tanto facevo vedere che c’ero, sventolando un guanto o il cappello, mentre le cinghie stringevano la mia schiena, la gente, il balcone, la fiducia assoluta e obbligatoria nei miei “lanciatori”, mi accompagnavano a quel tuffo nella folla e nel terrore. Poi il volo, liberatorio.
Ora invece volerò non meno pericolosamente e più scattante di prima, in terre molto lontane per raccontarle; ma vi ricorderò tutti con affetto, portando con me le emozioni più varie che hanno attraversato le vostre paffute faccine, la curiosità, l’attesa, la felicità, anche la paura dei più piccoli per avere visto di persona la Befana in carne ed ossa. Se la vedessi io, morirei di spavento.!!! Ma non seguite il mio esempio, la Befana è buona!!!
Un dolce abbraccio a tutti voi. Per sempre. Vostra Befana Vittoria Camobreco


Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *