Lo studio del diritto, la gazzetta ufficiale e la legge 107


libroIl libro di testo migliore per i giovani allievi che si avviano a studiare diritto, non potrebbe che essere la Gazzetta Ufficiale. Non sono il primo a lanciare questa proposta che suona come una provocazione, ma lo fece, diversi anni fa, Indro Montanelli, invitando l’allora Ministro Berlinguer a far adottare questo originale “sussidio didattico” agli studenti, in modo che essi si rendessero conto di quanto complicata e oscura è la nostra legislazione, e della paralisi e confusione che genera nei cittadini. Se la proposta avesse avuto seguito e nelle mani nei nostri studenti fosse capitata la Gazzetta Ufficiale che contiene la legge 107, la cosiddetta legge sulla “Buona Scuola”, probabilmente miglior testo non avrebbero mai potuto trovare per capire quante incertezze provoca questo modo di legiferare, e come la lingua italiana sia usata per non far capire il suo significato. Non solo, ma il libro di testo in questione, per dovere di completezza, avrebbe dovuto essere approfondito con altri testi di norme e più precisamente i contratti sottoscritti fra Miur e sindacati. E allora, sì che le sottigliezze eccessive fuori da ogni utilità presenti nel nostro diritto oggettivo si sarebbero manifestate nella maniera più evidente possibile. Anche a chi ha una certa dimestichezza con i cavilli, come è per lo scrivente, è difficile trovare nell’intelaiatura della legge 107 e nel linguaggio usato una strada facile da percorrere per la comprensione. In mezzo a comma e richiami, si rischia in alcuni casi di interpretare in due modi: in uno e nel suo esatto contrario. Per non dire dei vuoti normativi che la stessa legge lascia e che costringono richiami ad altre leggi per la loro interpretazione. Se poi si pensa che a darne attuazione, in alcune sue parti, sia stato messo non un uomo ma un computer (il famoso algoritmo) le cui conoscenze sono state limitate alla legge e al contratto e non certo a tutto il sistema giuridico, si possono benissimo immaginare alcuni risultati. Il problema investe tutta la legislazione italiana, e la 107 non è che una delle tante espressioni: forse una delle migliori quanto a complicazioni, etc. Tante norme potrebbero essere fatte con poche parole e invece se ne aggiungono centinaia, forse proprio con lo scopo di non far capire od offrire uno spazio ad un significato e al suo opposto. Eppure in tanti altri paesi del mondo ci sono poche leggi e soprattutto sono molto chiare. Accadrà in Italia, prima o poi, per stare al passo con i tempi. Sto sognando? Certo che sto sognando, ma insieme a me stanno sognando anche tanti docenti e probabilmente anche tanti avvocati e giudici, i quali per effetto del contenzioso che ne è scaturito, sono alle prese con il miglior libro di testo che potrebbe servire a far capire agli studenti quanto è contorta la nostra legislazione, ovvero quella GU contenente diversi testi di legge, e fra questi quello sulla “Buona Scuola”. Non c’è dubbio che avrebbero preferito leggere delle norme di legge e contrattuali più chiare e scorrevoli. I have a dream…

Fabio Guarna (Corriere della Sera – Italians)


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