Lunga Percorrenza sulla Ferrovia Jonica: un tunnel senza fine…


Brutte notizie per i servizi ferroviari a lunga percorrenza sulla linea Jonica Reggio Calabria – Metaponto. Proprio nei giorni scorsi, infatti, è avvenuto un duro botta e risposta tra la deputata del Movimento 5 Stelle Federica Dieni e l’Amministratore Delegato di Trenitalia Barbara Morgante. Argomento della discussione, nata a seguito dell’invio di una lettera da parte della Dieni, i collegamenti InterCity sul versante jonico calabrese. Come ben noto, infatti, attualmente esistono solo due coppie di treni InterCity tra Reggio Calabria Centrale e Taranto, che definirli tali è una vera e propria barzelletta, poichè vengono effettuati con materiale rotabile regionale, nel migliore dei casi con locomotore D445 e due vetture UIC-X IR, e nel peggiore (che va per la maggiore, peraltro) con automotrici ALn668, le classiche “littorine” non dotate neanche lontanamente degli standard minimi per un servizio InterCity (prese di corrente, posti prenotati, insonorizzazione, aria condizionata).

Questo problema è sorto il primo gennaio del 2013, quando l’ANSF (Agenzia Nazionale per la Sicurezza Ferroviaria) ha reso obbligatoria la circolazione di materiale rotabile “lateralizzato”, sia locomotori che vetture, ovvero materiale il cui consenso di sblocco/blocco delle porte di salita dei viaggiatori viene dato dai macchinisti sul locomotore.

Trenitalia, per tempo, aveva adeguto l’intero parco di locomotori elettrici della Divisione Long Haul (quella che gestisce i servizi ferroviari a lunga percorrenza) con consolle di controllo porte e relative prese delle condotte elettriche da collegare alle carrozze, anch’esse adeguate con questi nuovi sistemi. Nello specifico, l’intervento ha interessato le locomotive elettriche dei gruppi E402A, E402B, E444R, E656, E414, e le carrozze per servizi Intercity tipo UIC-X Giubileo, UIC-Z1, Gran Conforto, Eurofima, Ristorante, Comfort Notte, Letto, e gran parte delle vetture Cuccette tradizionali tipo UIC-X delle serie più recenti, oltre ad alcuni bagagliai e vetture barellate utilizzati con i treni per pellegrinaggi a Lourdes.

In pochi sanno che anche alcune locomotive diesel D445, quelle utilizzate sulla linea Jonica alla trazione dei treni a lunga percorrenza “veri”, soppressi definitivamente a dicembre 2011, erano state attrezzate a partire dal 2009 con questi nuovi impianti. Si trattava di almeno 7 unità, tutte di prima serie, i quali interventi di adeguamento (forse incompleti?) erano stati eseguiti presso le Officine Manutenzione Ciclica di Rimini.

Il perchè questo progetto non sia stato portato avanti, rimane un grande mistero. Mistero che, ovviamente, ha danneggiato irreperabilmente i servizi InterCity ed InterCity Notte sulla Jonica che, una volta ripristinati per volontà del Ministero dei Trasporti prima nel giugno 2013 (IC 559/562 RC – TA e vv) e nel febbraio 2017 (IC 564/567 sempre RC – TA e vv), hanno avuto come unica possibilità quella di essere effettuati con quello che “passava il convento”, ovvero materiale rotabile regionale dato in “prestito” dalla Divisione Passeggeri Regionale calabrese di Trenitalia. Ciò, tra l’altro, ha creato anche una ulteriore carenza di materiale rotabile per i servizi regionali, in quanto carrozze ed automotrici sono state distolte dai servizi alle quali erano assegnate, per effettuare questi nuovi collegamenti InterCity “truffa”. Da qualche mese sono un po’ meno “truffa” visto che i prezzi dei biglietti sono stati ridotti del 30% grazie al forte impegno della Regione Calabria, per adeguarli al tipo di materiale scadente utilizzato, ma pur sempre di collegamenti totalmente inappetibili si tratta.

Tornando al botta e risposta tra la Dieni, alla quale abbiamo illustrato questa grave problematica in occasione di un incontro sui trasporti promosso dal M5s di Crotone, l’AD di Trenitalia Morgante ha purtroppo confermato che nessun investimento in nuovi locomotori diesel (o comunque ripresa del programma di lateralizzazione delle già esistenti D445) è previsto. Quindi, se da un lato i servizi regionali verranno rinnovati con l’acquisto di 16 nuovi treni diesel, previsto nel nuovo Contratto di Servizio Trenitalia – Regione Calabria che entrerà in vigore a gennaio 2018, la Lunga Percorrenza Jonica sembra destinata ad un inesorabile declino, una volta accantonate le D445 (probabilmente nel 2021?) e le automotrici ALn668.

Tramonterebbe così la possibilità di riavere collegamenti diretti tra la fascia Jonica e le grandi città italiane, Roma, Milano, Torino, come sempre esistiti per decenni e soppressi da una politica scellerata condivisa tra Ministero dei Trasporti (che finanzia probabilmente non sa neanche cosa di preciso), Trenitalia e Regione Calabria che negli ultimi dieci anni poco e niente ha fatto per contrastare questo impoverimento di servizi ferroviari sul versante orientale della regione.

Attualmente, però, se da un lato le prospettive sono nere, per fortuna non manca la spinta a voler trovare una soluzione da parte dell’attuale amministrazione regionale ed in particolar modo dell’Assessore alle Infrastrutture Roberto Musmanno, delle tante associazioni che si battono per questa causa, ed anche di tante forze politiche con in testa il M5s.

Noi di Associazione Ferrovie in Calabria siamo convinti che si debbe parlare chiaro. Trenitalia e Ministero dei Trasporti devono esprimere in modo definitivo quali siano le loro intenzioni per i collegamenti Intercity sulla Linea Jonica, perchè mantenerli in questo stato precario, che ridicolizza tra l’altro una società come Trenitalia, gestore di servizi ad Alta Velocità che tra qualche anno si espanderanno anche in Europa, è soltanto uno spreco di risorse pubbliche.

Si decida cosa fare: le soluzioni esistono.

Se non c’è intenzione di elettrificare la linea Jonica in tempi brevi (operazione che permetterebbe l’utilizzo di locomotive elettriche che, come abbiamo detto, sono già dotate di lateralizzazione), le soluzioni – molto brevemente – potrebbero essere queste, necessarie a trasformare in treni notte/giorno con vetture dirette per Milano e Roma, gli attuali servizi InterCity RC – TA e viceversa, o comunque per renderli maggiormente appetibili all’utenza…e non solo uno spreco di denaro pubblico:

  • Recupero delle locomotive diesel D445 già lateralizzate (in toto o in parte, ed in questo caso con completamento degli interventi di adeguamento), previa spiegazione da parte di Trenitalia di che fine abbiano fatto;
  • Acquisto o noleggio di nuovi locomotori diesel da parte di Trenitalia, dotati di impianti di lateralizzazione (non capiamo perchè se Trenitalia possa trasferire in Germania 29 carrozze Intercity acquistate con i soldi dei contribuenti italiani per effettuare servizi ferroviari per gli amici tedeschi, non possa noleggiare locomotive diesel moderne anche dall’estero, visto che il Ministero dei Trasporti paga profumatamente per l’effettuazione dei servizi InterCity sulla Jonica)
  • Effettuazione dei servizi InterCity sulla Jonica con vetture idonee, ma con le attuali locomotive D445 senza lateralizzazione, servendosi di Agenti Sorveglianza Porte, con una deroga alla PEIF n. 28.0 del 31/12/2012 (norme per l’effettuazione treni con vetture estere non dotate di lateralizzazione)
  • Acquisto di materiale rotabile bimodale “bloccato”, analogo a quello Stadler acquistato dalla Regione Valle d’Aosta, con allestimento interno tipo InterCity, che se non permetterebbe di effettuare treni su Roma, Milano o Torino, darebbe comunque la possibilità di effettuare treni diretti almeno tra Villa San Giovanni/Reggio Calabria e Bari, collegando quindi il versante jonico calabrese e lo Stretto con una delle più importanti città del Sud Italia dalle quali interscambiare con Frecce, InterCity, InterCity Notte ed anche servizi marittimi verso l’Est Europeo e la Grecia.

Soltanto in questo modo si valorizzerebbe realmente una linea ferroviaria sulla quale sono in corso interventi storici per la velocizzazione e l’istituzione del Rango C di velocità, per oltre 500 milioni di Euro. Avere una linea da 150 km/h, ma poi effettuare due treni InterCity ancora con le “littorine” degli anni ’70, ovviamente non appetibili da nessun viaggiatore, ci sembra uno spreco doppio di denaro pubblico, mentre decine di autobus a lunga percorrenza continuano a risultare l’unica spina dorsale del trasporto a lunga percorrenza su tutta la fascia costiera da Reggio Calabria a Metaponto!

Su questo argomento, perciò, saremo un pungolo estenuante sui media e sulle istituzioni, finchè una soluzione valida e credibile non verrà trovata: i calabresi del versante jonico non sono certamente figli di un Dio minore.

Roberto Galati – Associazione Ferrovie in Calabria


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