Maggiori politiche di inclusione a favore delle fasce più deboli


Il “Movimento politico – culturale e d’opinione Italia Plurale” si è riconosciuto in pieno con le parole del vice presidente UE Frans Timmermans, che al Forum Ambrosetti ha dichiarato: “Fino a quando le legittime paure dei nostri cittadini non avranno risposta, ci sarà spazio per la politica della paranoia, dell’intolleranza, della xenofobia, del nazionalismo, dell’esclusione come finta soluzione. Non possiamo né arrenderci né sottovalutare il rischio di questa sfida”.

Con un intervento centrato sull’Europa, il vice presidente Ue, ha voluto sostenere una politica di solidarietà da parte dell’UE nei confronti degli immigrati e dei paesi che li accolgono, tra cui anche il nostro paese! Infatti Timmermans ha lodato l’Italia sui migranti: “È bene che i flussi migratori siano recentemente diminuiti. Questo è un grande risultato che molto deve all’efficace azione dell’Italia e del Governo Gentiloni”. Ora – ha aggiunto – per una soluzione stabile serve “una vera solidarietà di tutti i partner europei”.

In effetti a giudizio del “Movimento politico – culturale e d’opinione Italia Plurale”, il nostro paese deve sforzarsi di più per una maggiore e migliore inclusione dei soggetti più deboli tra cui gli stessi immigrati, in un’ottica omnicomprensiva volta a tutelare le fasce più deboli della società. In tal senso va nella direttiva giusta l’approvazione del recente “reddito di inclusione” da parte del nostro Governo. Infatti il Consiglio dei ministri ha approvato definitivamente il decreto legislativo che introduce il reddito di inclusione (Rei), che interessa circa 400 mila famiglie, più o meno 2 milioni di persone. L’importo sarà determinato dal numero dei membri della famiglia e dalla condizione familiare e reddituale.

Il decreto introduce dal 1° gennaio 2018 il Reddito di inclusione (Rei), quale misura unica di contrasto alla povertà e all’esclusione sociale. Il beneficio è vincolato alla prova dei mezzi e all’adesione a un piano personalizzato di attivazione e di inclusione sociale e lavorativa finalizzato all’emancipazione dalla condizione di povertà.
Il Rei è conciliabile con il compimento di un’attività lavorativa da parte di qualsiasi membro deil nucleo familiare. Il Rei costituisce un beneficio economico (da circa 190 euro mensili per una persona sola, fino a quasi 490 euro per un nucleo con 5 o più componenti) per 12 mesi e di un “progetto personalizzato” destinato al superamento della condizione di povertà. L’aiuto sarà riconosciuto per un periodo continuativo non superiore a 18 mesi.


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