“Meno cibo in pattumiera”, campagna di sensibilizzazione a Lamezia Terme


“Meno cibo in pattumiera”. E’ il titolo della campagna di sensibilizzazione contro gli sprechi alimentari promosa a Lamezia da un gruppo di intellettuali, scrittori, giornalisti e commercianti. A questo tema sarà dedicato il sesto caffè letterario Dolceamaro, ideato dalla giornalista Antonella Mongiardo, che si terrà il prossimo 20 luglio, presso l’omonima caffetteria su Corso Nicotera.  

“E’ importante che la collettività si sensibilizzi su questa problematica- afferma l’assessore alle politiche sociali Elisa Gullo-  soprattutto oggi che viviamo in un contesto socio-economico in cui la maggior parte delle famiglie italiane versa in condizioni di disagio economico e fatica ad assicurarsi i beni di prima necessità. Ma, paradossalmente -dice Gullo- assistiamo a eccessivi sprechi alimentari provenienti dalle noste case, dai mercati ortofrutticoli, dai grandi supermercati. Attività di sensibilizzazione come quella in programma può costituire un input per incentivare comportamenti virtuosi. Noi cittadini dovremmo, tutti, imparare ad essere consumatori più accorti, comprare solo quello che davvero ci serve e a consumarlo in tempo. Così come gli operatori economici potrebbero donare gratuitamente le eccedenze alimentari o quelle di prossima scadenza destinate a essere smaltite come rifiuto, pur essendo ancora tranquillamente consumabili. Bisogna, dunque, puntare sulla sensibilizzazione al fine di promuovere e diffondere politiche di contrasto a ogni forma di spreco, non solo alimentare, ma anche di energia, acqua, farmaci, rifiuti, mobilità.

Lorenzo Cianflone

Lo spreco alimentare, che le statistiche descrivono come un fenomeno a molti zeri è una incredibile contraddizione in un’epoca come quella attuale, in cui le famiglie fanno fatica a sbarcare il lunario e i pensionati stentano ad arrivare a fine mese.
“Certe immagini, per strada, sono inguardabili- dice la signora Teresa Caruso- specialmente in tempo di crisi. Alle mie figlie insegno ad avere rispetto del cibo, che non va mai sprecato, e del denaro che si guadagna con sudore della fronte. Chi ha tanto cibo da potersi permettere di buttarlo, potrebbe darlo a chi è meno fortunato, anziché buttarlo via”. 

Nelle vie di Lamezia c’è di tutto, ai piedi di cassonetti, ai bordi di strade, nelle aiuole di giardini, nelle scalinate dei supermercati. Salami, pizze, panini, dolci, cassette di frutta e verdura abbandonate per strada, fette di carne quasi intonse, crocchette, polpette, patate fritte, buste neppure aperte di mozzarelle e altri cibi che vengono quotidianamente buttati via, per la gioia di cani e gatti randagi.

Secondo Coldiretti, ogni cittadino butta 76 chili di prodotti alimentari all’ anno, mentre, a livello nazionale, tonnellate di alimenti vengono gettate nella spazzatura. A livello mondiale, secondo i dati Fao, un terzo del cibo prodotto viene sprecato, per un totale di 1,3 miliardi di tonnellate, che sarebbero ampiamente sufficienti a sfamare la popolazione che soffre di fame cronica.     

“E’ importante che la scuola sensibilizzi i ragazzi, fin da piccoli, al rispetto del cibo- dice suor Candida Vecchia, direttrice dell’istituto educativo T.M. Fusco”.

Cibo avanzato, dunque, non significa rifiuto. Un messaggio forte, in tal senso, proviene da Lorenzo Cianflone, titolare del ristorante Top Country di Serrastretta, che mette a disposizione dei clienti vaschette di alluminio dove si può conservare e portar via le pietanze ordinate che non sono state consumate sul momento.


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