Meridione: intervenga il Governo


 Non c’è il benché minimo dubbio che il Meridione, e peggio la Calabria, non hanno una classe dirigente né politica né burocratica né intellettuale. Domina in tutti i campi la mediocrazia, il potere dei mediocri, fondato sulla vischiosità e sull’eterna arte del rinvio.

Il risultato è che il Meridione occupa saldamente gli ultimi posti di qualsiasi classifica positiva. Cambieranno mai le cose? Beh, non in tempi storici, non nei prossimi decenni. Mi pare improbabile che, pensionati i mediocrissimi burocrati, al loro posto arrivino chissà quali geni oggi trentenni, e che quando verranno assunti, di anni ne avranno sessanta! Lo stesso per i politici e i loro elettori.

 E abbiamo il quadro desolante di un’Italia con alcune aree tra le più ricche e funzionanti del mondo, e altre in pessime condizioni, e non solo economiche. Perciò, e qui cito Mussolini, “non esiste una questione meridionale, ma una sola questione nazionale”, e non si risolve nessun problema dell’Italia senza il Sud.

 Chi può fare qualcosa? Il Governo nazionale, e dico questo Governo, quello Conte Salvini Di Maio.

 Che può fare?

  1. Evitare ogni forma di assistenzialismo, sia diretta sia indiretta. Non ci servono Zone Economiche Speciali, ma una sola Zona Normale italiana, in cui si produca, si consumi, si venda. L’assistenza ha generato solo pigrizia e corruzione.
  2. Studiare scientificamente il Meridione, con dati reali del 2018 e non con i soliti ritornelli dfei viaggiatori stranieri del XVIII secolo! E stabilire che se una terra è vocata a patate, bisogna produrre patate, e non rose!
  3. Tenere sotto stretto controllo le Regioni, non esitando a commissariarle, se non spendono i fondi nazionali ed europei. Commissari con pieni poteri, s’intende.
  4. Amplissima politica di lavori pubblici utili e seri, rapidi e subito pagati.

 Ulderico Nisticò


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