Morto ma non basta


 Uno a Natale vorrebbe magari essere libero di fare gli auguri; e invece dobbiamo scrivere di un morto, tale Amri, tunisino, colpevole della strage di Berlino e assassino della nostra Fabrizia. Se fosse solo questo, peggio per lui; ma siamo costretti a delle riflessioni.

1. Superiori incauti e giornalisti insensati hanno subito fatto il nome dei due agenti che hanno ucciso il criminale, esponendoli così a vendette di qualche altro tagliagole.

2. Il delinquente ha la seguente carriera: arriva dalla Tunisia e si spaccia per “minore non accompagnato” e diventa “profugo e disperato che fugge dalla guerra e dalla fame”; l’ultima guerra seria che io ricordo nella storia della Tunisia è la Terza guerra punica finita nel 146 aC, ma l’Italia si beve sia la guerra sia la minore età.

3. Per reati vari, sta quattro anni in galera, poi, siccome la Tunisia non lo vuole (e fa bene!), resta micio micio libero in Italia; va in Germania, ammazza e ferisce a decine, sparisce.

4. Ora, via Francia, arriva di nuovo in Italia. Ci vuole una superlaurea in Legge per capire che il Trattato di Schengen si applica SOLO ai cittadini degli Stati contraenti ed eventuali stranieri legalmente domiciliati, e non a tutti i bipedi senz’ali che per caso e illegalmente vaghino per l’Europa? E quindi il tunisino pregiudicato non può varcare le frontiere, anzi non dovrebbe nemmeno essere in Italia. Schengen, comunque, va interamente stracciato e riscritto.

5. Gli hanno sparato, gli agenti, perché ha estratto una pistola e ha gridato “Allàh akbar”; spero che nessun giudice ignorante faccia passare loro un guaio per leso stragista!

6. Comunque, sarebbe stato meglio pigliarlo vivo e convincerlo a parlare. Come? Ma è ovvio: invitandolo a cena a caviale e champagne e donne. Siamo o non siamo nel Paese di Beccaria?

7. Spero altresì che nessuno tenti di dimostrare che in arabo “Allàh akbar” non significhi “Il Signore è grande”, bensì, che so, “Andiamo stasera al cinema?” o “io tifo per il Mecca football club”. È il grido di guerra dei combattenti islamici, e continua “Maometto è il suo profeta”, però non so come si dica.

8. Attenzione, non è che io sia diventato simpatizzante della Fallaci, e, per essa, di USA e Israele: in questo momento il nemico è musulmano; domani, può essere buddista oppure ateo; oppure, come succede dal III secolo DC, cristiano. Quando sarà, vedremo: intanto, è musulmano.

9. Più o meno, sarà un seguace del califfo. Ebbene, l’Europa dichiari guerra al califfo, e, nel pieno rispetto della legalità internazionale, ne colpisca i soldati e il territorio: come tutte le guerre dai tempi dei Sumeri.

10. Ragazzi: ve l’immaginate a dichiarare una guerra, la Mogherini? Sto scherzando, ridete.

Ulderico Nisticò


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