Mosaici africani e la Calabria che se ne frega


La foto mostra un mosaico di età romana, con scene dall’evidente colore africano: si trova, infatti, nel Museo della città di Sétif in Algeria. Il mondo è zeppo di mosaici e altra arte di età romana, e l’Africa non di meno: il dominio di Roma si estese a tappe dalle coste del Mar Rosso a gran parte dell’attuale Marocco; e furono africani molti letterati e anche imperatori. Detto questo, la lezioncina è finita, e possiamo chiudere l’articolo.

E invece no, non possiamo. Si dà, infatti, il caso curioso che la sunnominata città di Sétif fosse, in età romana, la Colonia Nerviana Augusta Martialis Veteranorum Setifensium; e che anche la nostra vicina area archeologica nota come Roccelletta sia stata la Colonia Minervia Nervia Augusta Scolacium: e quindi quei signori di Sétif sono parenti di Borgia, Squillace e pure Soverato. Sorpresa!
E non abbiamo finito, perché anche la città britannica di Gloucester era la Colonia Nervia Glevium, ovvero Glevium castrum. Ecco altri parenti, anche loro ormai extracomunitari.
Riassumendo: le città suddette sono tre colonie dell’imperatore Nerva (96-8 d.C.), del quale sappiamo da Dione Cassio che, a sue spese, comprò terre per dare sfogo alla popolazione di Roma. Sappiamo, nel senso di io!

Una notizia del genere però dovrebbe interessare, dovrebbe persino entusiasmare, e spiega gran parte della storia del Golfo di Squillace. E invece lascia freddi come marmi tutti i Calabresi cui ho avuto modo di farla sapere, e non da ora, ma dal lontano 2006, quando uscì Borgia, Rubbettino, Soveria Mannelli, della collana Città Calabria, con il capitolo Skylletion e Scolacium, firmato da U. N. ed Elisa Nisticò.
Mi feci un dovere di informarne, alternativamente e tra uno scioglimento e commissariamento e l’altro, i vari sindaci di Borgia e Squillace, direttamente interessati, tutti dal 2006 a oggi, non esclusa l’attuale gentile dottoressa che fa il sindaco a Borgia. Tutti i sindaci se ne sono rotondamente fregati, e continuano a fregarsene. Qualcuno, come Rhodio, ha preferito un buffo gemellaggio con Itaca, facendosi gabbare da una traduzione allegra dell’Odissea. La Sacco, sindaco di Borgia, parve persino cortese, poi ha smarrito la sua copia del Galateo.

Non vi dico la cultura ufficiale, che se ne frega di Nerva, però è sempre in prima fila a bersi le favolette sullo sbarco di Ulisse in altissima montagna.
Taccio sulla Regione, il cui rapporto con la cultura è notoriamente conflittuale.
Turismo culturale, scambi culturali internazionali? Mai sentiti nominare.
Grazie al Signore che io, dal 2006 a oggi, ho scritto un’altra quindicina di libri e non so quanti articoli, e fatto rappresentare una ventina di lavori teatrali, e posso quindi aggiungermi a quelli che, a titolo personale, se ne fregano. E tanti saluti ai mosaici africani e all’imperatore Nerva.
Peccato, però, che mi tocchi vivere in questa Calabria così ignorante con laurea.

E già, ragazzi: la Calabria, il Sud in genere, sono ricchissime di laureati in qualcosa, e con 110 e lode, e bravissimi nel loro lavoro e solo nel loro lavoro, e per tutto il resto ignoranti come le suole delle scarpe; e perciò incapaci di un minimo di iniziativa. Sono consapevolmente ignoranti, a scanso di doversi far venire il mal di testa, o assumersi delle responsabilità.
E mica posso fare da solo… Perché no? Di fronte all’inerzia dei sedicenti pubblici poteri, ora ci penso io.

Ulderico Nisticò


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