‘Ndrangheta – Arrestato il latitante Antonino Romeo, stava coltivando marijuana


Continuano senza sosta i servizi, predisposti dal Comando Provinciale di Reggio Calabria con il supporto dello Squadrone Eliportato Cacciatori “Calabria”, finalizzati al contrasto al traffico di sostanze stupefacenti. A Sinopoli, contrada Zoccalì, i Carabinieri, con il supporto di personale del Commissariato di P.S. di Palmi, hanno individuato e arrestato il latitante Antonino Romeo 37enne di Sinopoli e Forgione Antonino, 20enne di Taurianova. I due, nella circostanza, sono stati sorpresi mentre erano intenti a “prendersi cura” di una piantagione di marijuana occultata in un’impervia area boschiva: le circa 100 piante di canapa indiana, da 1 metro e mezzo di altezza e dal peso complessivo di 60 chili, avrebbero fruttato, sul mercato illecito degli stupefacenti, circa 100.000 euro.

Forgione, già noto alle Forze di Polizia, per diversi precedenti penali per reati contro il patrimonio ed in materia di armi. Di caratura criminale indubbiamente superiore è, però, il ROMEO: come il giovane complice è, ufficialmente, un bracciante agricolo, ma ha alle spalle un’importante serie di precedenti penali specifici. Il suo “pollice verde”, infatti, trova sfogo soprattutto nella coltivazione di canapa indiana. Un autentico “chiodo fisso”. Quasi esattamente un anno fa (il 2 agosto 2016), infatti, fu ancora una piantagione a tradirlo, quella volta a Bagnara Calabra, allorquando, insieme ad un complice, fu sorpreso in flagranza con 100 piante di marijuana ed arrestato dai Carabinieri della locale Stazione in collaborazione (anche in quella circostanza) con lo Squadrone Cacciatori.

Ma Romeo era, sino ad oggi, soprattutto un ricercato: dallo scorso settembre, infatti, si era reso irreperibile, sottraendosi così al provvedimento di fermo scaturito nell’ambito dell’operazione “Grifone” del Commissariato di P.S. di Palmi sotto la direzione della D.D.A. di Reggio Calabria. Nell’indagine in questione è indagato, insieme ad altri, per traffico di stupefacenti con l’aggravante del metodo mafioso. A seguito degli eventi di oggi, per i due arrestati, terminate le formalità di rito, la Procura della Repubblica di Palmi ha disposto la traduzione presso la locale Casa Circondariale. Dovranno entrambi difendersi dall’accusa di produzione, coltivazione e traffico di stupefacente in concorso. Il Fargione dovrà rispondere anche di favoreggiamento personale, avendo, con la sua condotta, aiutato il complice a sottrarsi alle ricerche.


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