Nota della cooperativa sociale La Felce di Girifalco


A seguito degli articoli apparsi il 7 e 9 settembre a firma di Massimo Pinna sul Quotidiano del Sud e di Letizia Varano su La Gazzetta del Sud con oggetto l’orto botanico di Girifalco, la cooperativa La Felce, la quale ha in affidamento temporaneo la gestione e la manutenzione dell’orto, comunica quanto segue.
Innanzitutto si esprime meraviglia per quanto dichiarato da entrambi i giornalisti, i quali riportano una realtà dell’orto botanico che non risulta propriamente rispondente al vero.

Nessuno dei due giornalisti ha contattato i soci o il presidente della cooperativa, i quali volentieri avrebbero fornito informazioni dettagliate sulla situazione reale, dato che operano direttamente, con grande fatica e dedizione allo scopo di salvare questo bene pubblico.
Nell’articolo di lode dell’Europarlamentare Laura Ferrara a firma Massimo Pinna, si evince la piena funzionalità dell’orto con il risanamento delle zone interessate dalla frana.

In realtà i lavori della REMS (Residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza), e sin da loro inizio, stanno di fatto impedendo la fruizione dell’orto botanico e delle aule. L’ingresso all’orto è un’area di cantiere e di transito dei mezzi pesanti. Parte dei terrazzamenti dell’orto botanico è stata inglobata nello stesso cantiere REMS ed i successivi scavi a valle hanno provocato uno smottamento che è andato ben oltre la parte inglobata. Le avverse condizioni meteorologiche che si sono verificate in seguito hanno poi esacerbato il fenomeno di smottamento e ad oggi l’intera area franata non è stata ancora risanata. A documentazione di ciò vi è una lettera che la cooperativa La Felce scrisse all’ASP paventando i danni dovuti all’impossibilità di proseguire nelle attività gestionali e didattiche. Proprio quest’ultime infatti, grazie agli accordi già presi con la direzione didattica locale, erano in procinto di avviarsi, ma negli stessi giorni fu aperto il cantiere REMS.

L’ASP rispose che il terreno su cui sorge l’orto è di proprietà dell’ASP stessa, la quale è partner del progetto dell’orto botanico, che quindi avrebbe potuto revocare il comodato d’uso qualora le lamentele non fossero cessate e che anzi sarebbe stata l’ASP a imputare danni alla cooperativa! Naturalmente di tutto ciò esiste documentazione e l’amministrazione comunale ha deciso di aspettare la fine dei lavori.
Con questo forse si risponde ai dubbi dell’eurodeputata Ferrara sulle attività dell’orto.

Ci si chiede inoltre come mai i nostri giornalisti hanno visto solo ora i rifiuti ospedalieri che giacciono lì indisturbati da anni? L’impressione è che si stia facendo campagna elettorale sulla pelle dei soci di una cooperativa sociale di tipo B, impegnati a titolo pressoché gratuito nel tutelare un bene che vorrebbero salvare e consegnare ai cittadini nella forma migliore ed in piena attività.

Infine vorremmo chiedere a Letizia Varano, da dove viene l’informazione: “sono state messe a dimora delle piante, sebbene non di pregio come quelle che erano state precedentemente piantate”, considerando che non esistono forme di vita non di pregio e che si sta cercando di ripristinare la collezione così com’era, cioè con piante dello stesso genere, specie e sottospecie.
In conclusione, la cooperativa La Felce resta a disposizione dei giornalisti e naturalmente dell’eurodeputata Ferrara con tutta la propria documentazione (ben 22 relazioni prodotte nel corso del mandato), qualora decidessero di andare fino in fondo alla verità per un utile servizio ai cittadini.


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