Oggi voglio giocare al piccolo democratico


 Voglio giocare al piccolo democratico come si gioca al piccolo chimico e al piccolo eccetera. Siccome quando io gioco lo faccio sul serio, oggi sono lietissimo che i Francesi abbiano democraticamente eletto Macron. E tanto sono lieto che scrivo “i Francesi”, pur sapendo che hanno votato per Macron i “cittadini francesi”, che non è sinonimo. Ma siccome in Francia c’è lo ius soli, allora sapete che succede? Succede che, nel 1768, un corso di famiglia toscana si scoprì improvvisamente francese e si faceva chiamare “Napoléon Bonaparte” invece di Napoleone Buonaparte; e che oggi una miriade di illustri signori di ogni parte del mondo ma con la cittadinanza francese hanno deciso i destini della Francia. Tutto ciò è molto democratico, ed io, oggi che sto giocando al piccolo democratico, ne sono felice: bingo!

 Macron non solo è stato eletto, in larga misura, dai “cittadini francesi” di tutte le razze; ma sostiene che ciò va benissimo, e che l’Europa si deve aprire ad altri simili “cittadini”… Ottima idea: allora sono certo che, appena insediato all’Eliseo, aprirà la frontiera di Ventimiglia, oggi chiusa all’immigrazione; e i “migranti” sono rimasti tutti in Italia. Ma c’era quel fascista di Hollande… no, dite, non è fascista ma socialista? Scusate, a furia di giocare mi sono confuso.

 Oggi che Macron, anche con i voti dei “cittadini francesi”, è presidente, sono sicuro che aprirà le frontiere non solo di Ventimiglia, ma tutte le altre, e accoglierà qualche altro milione di “cittadini”, magari un tantino terroristi e bombaroli e autisti di Nizza… ma è la democrazia, bellezza! E io oggi mi sento molto democratico.

 Macron è un “convinto europeista”: quindi è per il libero mercato; quindi vuole bene ai burocrati di Bruxelles; quindi farà quadrare i bilanci anche a costo di affamare la gente come in Grecia… Benissimo, è la democrazia liberale. E io oggi mi sento demoliberale.

 Ora ci aspettiamo, dunque, che Macron mantenga le promesse fatte ai “cittadini francesi”.

 A proposito d’Italia, oggi è 8 maggio, e sono passati cinque mesi dal fatale 4 dicembre 2016, quando ci promisero che, per il momento, avrebbero detto no alle riforme di Renzi; ma subito, subitissimo avrebbero fatto le loro riforme volte ad assicurare all’Italia la felicità garantita e obbligatoria. Chi fu? Furono tanti: Bersani, Berlusconi, D’Alema, Repubblica… e i fascisti, vi giuro, anche i fascisti, quei quattro gatti superstiti erano contro le riforme e per il mantenimento della costituzione antifascista. Io ho votato sì.

 Siccome oggi sono democratico, riconosco il risultato del referendum: hanno vinto. Hanno vinto, però nessuno di loro si è degnato di proporre, dal 5 dicembre a oggi, nemmeno la riforma del colore delle tendine di Camera e Senato. Eh, pinocchi!

 Volete vedere che nemmeno Macron mantiene le promesse, e Ventimiglia resta bella chiusa?

Ulderico Nisticò


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