Ogni tanto mi sento populista


 Quando uno se la piglia con gli intellettuali, c’è sempre il politicamente corretto che, sdegnato, cita… cita uno a caso dei gerarchi nazionalsocialisti, ma fu von Chirac, il quale disse così: “Quando sento parlare di cultura, levo subito la sicura alla mia pistola”. Con ciò, il corretto spera di aver dimostrato che solo i biechi nazisti – uno a caso – sono contro l’intellettualismo, e invece gli altri…

 Brutta, l’ignoranza degli intellettuali. E invece c’è padre Dante, il quale colloca in un più alto Paradiso di Tommaso d’Aquino, quanto dire, l’avo Cacciaguida e tutta una manica di santi tagliagole rigorosamente analfabeti, e ciò per aver combattuto e versato sangue, mente i filosofi e teologi si sono contentati di pensare. Gran reazionario, vero? Populista!

 E che dire del Vico, che invita a studiare la sua Scienza Nuova “come se non vi fossero libri al mondo”? E gli fa eco il Foscolo con “se restassero solo mille libri, ce ne sarebbe d’avanzo”. Né scordiamo l’odio intimo del Leopardi per l’erudizione che lo deformò nel corpo e nell’anima, e la sua nostalgia di una guerra impossibile: “l’armi, qua l’armi: io sol combatterò”; e il Carducci, che vorrebbe essere rimasto a fare il buttero in Maremma e non il professore a Bologna. Accenno solo a Schopenhauer e Nietzsche.

 A dove spunta, tutta quest’avversione per il “tarlo del pensiero”? Forse da Pinocchio e Lucignolo? E no, ragazzi, da Platone, il quale riserva il compito di pensare a pochissimi filosofi, mentre i più devono o lavorare o addestrarsi alla guerra; e questi, i phylakes, più sono ignoranti, meglio è per il buon esito delle operazioni militari. Quanto alla scrittura, leggete il Gorgia; e io, nella mia infinita pochezza, scrissi già nel 1979 la “Cultura della memoria”, AR, che è ancora molto apprezzato negli ambienti reazionari. Calma con l’ironia: anche Platone “scrisse”, e sono le contraddizioni dell’editoria.

 A proposito: le guerre scatenate da intellettuali e democratici sono assai più numerose e sanguinose di quelle gestite da reazionari e populisti: ripassate la storia greca, e vedrete se la guerre le fece Sparta o Atene!

 Questo per farvi capire che l’antintellettualismo non è ignoranza ma il contrario; e del resto, il Reich nazionalsocialista sviluppò una scienza e una tecnica molto superiori a quelle sovietiche e capitalistiche.

 Ciò premesso, capirete anche, o miei sparuti lettori, che, nel caso Trump e simili, per nulla mi commuove il parere di lady Gaga, Madonna, nonché di registi e attori e romanzieri eccetera; non solo perché essi non protestano contro il muro d’Israele o il muro di Calais o il muro umano di Ventimiglia… ma anche, no, soprattutto perché sono portatori di sofismi, giochi di parole, frasi fatte, contraddizioni, e, non raramente, di sospette personali psicosi; a parte che quasi tutti loro ci campano lussuosamente sopra; e se propugnano la carità e l’accoglienza, non è mai a spese di tasca loro.

 Direbbe qualcuno: ma non hai spiegato che Platone vuole il governo dei filosofi? Come no: ma dei filosofi come s’intendeva in greco e come s’intende in genuino italiano, non dei “philosophes” come s’intende in francese, e che si deve tradurre, al massimo, con opinionisti, giornalisti e altri termini terra terra; certo non con l’alta parola filosofi.

 Chiudiamo con i tecnici, e, sempre con Platone, ricordiamo che i “technitai” sono l’ultima delle tre categorie umane, quelli che dovrebbero eseguire, mica comandare. Il reazionario, o, alla nostrana, populista, ha in pochissima stima i “philosophes”, ma in nessunissima i tecnici. E un esempio basti: l’Europa, che è del tutto priva di filosofi, sta in mano ai tecnici.

 Ebbene, sono quei tecnici che, dal 2008, non sono riusciti a far nulla contro la crisi economica; e, in Italia, ai Prodi e Monti e roba simile che hanno dimostrato l’incapacità di svolgere una semplicissima equazione: se l’euro vale 1936,27 lire, quanto valgono in euro le vecchie 1000 lire? Banale: 0,52. Ebbene,  i trilaureati e quadrispacializzati hanno fatto in modo che 1000 lire equivalessero un euro, cioè 1936,27: il doppio!

 Conclusione, i tecnici e gli intellettuali non sono mi stanno istintivamente anticipatici, ma razionalmente dichiaro essere anche incapaci non di fare ciò che non è loro competenza quale la metafisica e la poesia, ma quello che sarebbe il loro mestiere: l’aritmetica.

 Ecco perché io sono sempre più reazionario, o, terra terra, populista.

 Ah, ora magari qualcuno, bontà sua, dirà che mi contraddico, io che sono “un uomo colto”. Tranquilli, ragazzi, io sono come le donne con l’emofilia: un portatore sano di cultura, senza malattia.

Ulderico Nisticò


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