Ospedale di Lamezia Terme, la denuncia di un cittadino


“Nell’ ospedale di Lamezia la manutenzione lascia a desiderare, non si spiegano altrimenti queste schede di manutenzione risalenti a gennaio 2017 in cui si legge che porte, estintori e idranti sono “non conformi”. A che serve fare i controlli, se poi, a distanza di otto mesi, non si provvede a sostituire le strutture non idonee con altre a norma?”.
Se lo chiede il signor Piero Mastroianni, utente dell’ospedale Giovanni Paolo II. Non è la prima volta che il nosocomio cittadino fa parlare di sé, a causa di disservizi legati all’incuria e cattiva manutenzione. Negli ultimi anni sono stati segnalati ascensori guasti, tabelloni non funzionanti, sedie rotte, pareti di mattoni a vista non intonacati, bancarelle all’ingresso, venditori ambulanti che entrano nelle corsie con chincaglierie di ogni genere e altre situazioni che, a parere di molti, non danno un’immagine decorosa della struttura sanitaria. E sono proprio questi guasti, ahimè, che talvolta mettono in ombra le notizie positive e i casi di buona sanità, che di certo non mancano nei reparti lametini.
Tra le molte testimonianze vi è, appunto, quella di Piero Mastroianni, il quale lamenta l’evidente stato di incuria di porte ed estintori nell’ospedale di Lamezia.
Nelle foto che pubblichiamo si vedono alcuni cartellini di manutenzione compilati dalla ditta Manital, con sede a Ivrea, specializzata nel settore del Facility management, cioè un insieme di servizi relativi a manutenzione e sicurezza di edifici e impianti.
Queste schede si riferiscono a porte “rei”, idranti ed estintori, risultati tutti “non conformi” al controllo di manutenzione del gennaio 2017.

A fianco ad una delle porte di resistenza al fuoco, anch’essa non conforme, si vede una scritta a penna: “da sostituire”. Stessa dicitura di “non conformità” si legge su una manichetta per l’acqua del sistema antincendio.
Curiosando nel sito web di Manital, così si legge nell’area riservata alla mission aziendale: “Il nostro obiettivo è fornire benessere e qualità di vita, elementi che sono in gran parte determinati dagli ambienti in cui si vive, soprattutto in ambito lavorativo, data l’importante quota di tempo che viene trascorsa dalle persone in questi ambienti. Ogni singolo intervento, programmato o imprevisto, è considerato parte di una rete più ampia di fattori che rendono possibile o minacciano l’equilibrio e il benessere delle persone all’interno delle strutture”.

“Dunque- si chiede Mastroianni- se la struttura ospedaliera si è affidata a questa azienda per le verifiche periodiche, come mai poi non le dà ascolto quando la stessa azienda certifica la non conformità di porte ed estintori, che sono elementi fondamentali per la sicurezza di lavoratori e pazienti?”.
Giriamo la domanda all’architetto dirigente dell’ area tecnica dell’Asp di Catanzaro, Carlo Nisticò: “La problematica- dice- è già stata attenzionata dall’ufficio tecnico del presidio ospedaliero ed è stata interessata, al riguardo, la specifica unità operativa di prevenzione e protezione aziendale. La stessa ha proceduto ad una puntuale ricognizione, rilevando tutti gli estintori da rinnovare e predisponendo la relativa gara d’appalto. Per quanto riguarda le porte di resistenza al fuoco, l’Azienda ha predisposto uno specifico piano di intervento e lo ha trasmesso alla regione, al fine di poter ottenere fondi, appositamente finalizzati, da parte del Cipe. Per l’anno il 2016, la regione non li ha assegnati all’Asp di Catanzaro. Speriamo – conclude Nisticò- che ci verranno assegnati per l’annualità 2017”.

 Antonella Mongiardo – Il Quotidiano del Sud 


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