Perché la Calabria continua ad essere “maglia nera”?


Che la Calabria sia diventata la regione più inefficiente d’Italia, non è una semplice battuta,non è uno scoop, Bisogna domandare, a tutti i soggetti politici che hanno rappresentato la Calabria, in particolare a un onorevole, un senatore, un presidente regionale, un consigliere regionale, un sindaco, un presidente provinciale: perché la regione Calabria continua ad essere “maglia nera ”? Leggendo i “Rapporti” sulla Calabria, redatti, dalle “commissioni d’indagini”, si trae una visione non positiva della regione calabra.  Apprendiamo, anche, che la Calabria, la Sicilia, la Puglia, la Campania, la Basilicata, sarebbe e sono sotto scacco dalla ndrangheta, dalla mafia, dalla sacra corona unita, dalla camorra. Il Sud è descritto positivamente solo quando si evidenzia che è un’area geografica, dove cresce il Peperoncino, il Bergamotto, i Limoni, la Cipolla, i Mandarini, le Arance. O quando sono  descritti e segnalati prodotti  come la soppressata, la nduja, i fichi ripieni di noci, il babà, la cassata siciliana, i cannoli alla ricotta, il pane di Matera, le cozze, le orecchiette, le zeppole, il cedro, lo stocco il baccalà, la mozzarella di bufala.

Il sud è divenuto un’area territoriale dove, è più facile perdere che trovare; visto  che si decide per  non decidere. Nel meridione prevale un forte senso dell’io e del possesso individuale. I calabresi, i campani, i siciliani, pugliesi, i basilischi vivono in regioni che da anni segnano un basso reddito pro capite, la mancanza di lavoro, un’elevata disoccupazione, un arretrato sistema produttivo. Regioni in cui, l’impegno civico è sempre più ridotto. Classi sociali come la borghesia, la classe media, la classe impiegatizia, sono interessati solo alla loro autotutela. Non esiste più una vera e propria “Questione Meridionale”. E’ diventata una mera citazione “solo” durante  una campagna elettorale da un primo ministro (sempre più pro tempore), da un ministro (sempre più pro tempore), da un sottosegretario, da un’autorità nazionale. La Calabria, la Sicilia, la Campania, la Puglia, la Basilicata come regioni italiane possono sperare di vivere meglio? Possono sperare di percorrere solo sentieri positivi?

Enrico Vaccaro – Sociologo


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