Platìmania?


platì1Platì gode in questo momento di una fama tale che ne farebbe volentieri a meno: Corriere della sera in prima pagina, interviste e destra e a manca… Come mai? Hanno scoperto un sito archeologico? Passerà da lì un’autostrada a dodici corsie? Inizierà da Platì il Ponte sullo Stretto? Eccetera…
Macché, tutto quello che è successo è che sono state presentate due liste civiche, mentre la candidata indicata da Renzi e dal PD non ha trovato nessuno disposto a mettersi in lista con lei. Siccome tutto questo accade a Platì, è ovvio essere colpa della mafia.
Scusate, a Chiaravalle ci sono quattro liste civiche; lo stesso in quasi tutti i paesi dove si vota; e anche a Crotone e Cosenza la situazione è fluida. Non credo che nel resto d’Italia sia tanto diverso. O vi devo ricordare le liste di Soverato?
I partiti, del resto, è un pezzo che non esistono; il PD, che pure esprime il presidente del Consiglio, è quello che esiste di meno, salvo liti interne: dove li trova, dei candidati tutti iscritti al PD? Iscritti sul serio, non due euro per le primarie. Dite voi, ma Forza Italia è meglio? Rispondo: Forza Italia, chi?
I partiti di un tempo, chiamo a testimoniare gli anziani, avevano tessere e sezioni, quando si poteva anche sedi fisiche, e gerarchie e riunioni… Secondo voi, capita qualcosa del genere a FI o al PD? Scherziamo?
Torniamo alla platìmania. Platì è un paese dell’Aspromonte, con ufficialmente 3800 abitanti, ma, come spesso in Calabria, sulla carta e non certo di fatto. Ci sarà, non neghiamo, della mafia; ma se la passa maluccio, non trovando industrie e commerci da taglieggiare: al massimo un mercatino; il territorio comunale di Platì non tocca manco un metro di spiaggia da farci turismo o balneazione; figuratevi una speculazione edilizia… Insomma, una mafia allo stocco e patate.
Quando ai problemi, credo che Platì patisca quelli del 90% degli 8400 Comuni italiani: acqua, fogne, strade, e costante minaccia di dissesto o roba simile. C’è pure il problema della mafia, ma il sindaco di Platì o quello di Roma mica sono come il sindaco di N. York che ha davvero competenze di polizia: non hanno armi e non fanno indagini, possono solo rivolgersi allo Stato.
A proposito, che ha fatto, lo Stato, in tutti questi anni, per stroncare la mafia di Platì? E la mafia in genere? Giusto da un paio d’anni si sente che a Reggio effettuano arresti e indagini a tutti i livelli… da quando c’è Cafiero de Raho, per intenderci. Ovviamente, non riconosco alcun valore alle marce, fiaccolate, chiacchierate antimafia segue cena, che valgono meno dell’aria che spostano; però sicuramente più d’uno ci guadagna qualcosa, più o meno onestamente, spesso meno.
Se in Calabria dilaga la mafia, sarà pure colpa dei governi, no? Più esattamente di: presidenti della Repubblica dal 1946, presidenti del Consiglio, ministri degli Interni, capi e gregari delle polizie; parlamento; Consigli regionali e Giunte di Alto Profilo; magistratura in tutti i suoi rami… e aiutatemi a dire.
Ora io propongo di sospendere la platìmania almeno fino alle elezioni: bisogna rispettare la par condicio, no? È latino, evitate di pronunziare “pppaer candaisiae” come gli avvocati che chiamano il giudice Vostro Onore a forza di film di Perry Mason.
In nome della par condicio, lasciate in pace Platì. E finiamola di spacciare la bufala che se non c’è una lista del PD non c’è democrazia. La stessa Leonardi ha detto, onestamente, che la sua vicenda non è il fallimento della storia umana, è solo un fallimento del PD.
E voglio riferire qui la simpatica e chiara spiegazione del parroco sul passato: che si candidavano a fare a sindaco, se dopo sei mesi il Comune lo sciolgono? Aggiungo io che Platì e Badolato etc sono stati sciolti, ma Roma no, dopo che è emerso un verminaio tale che ogni classicista si è subito ricordato di Sallustio: “Romae omnia venalia”, tutto è in vendita a Roma. Ma il Comune di Roma non è stato sciolto.
Ora che a Platì ci sono ben due candidati volenterosi, teniamoceli cari.

Ulderico Nisticò


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