Presunto inquinamento radioattivo, facciamo chiarezza


inquinamento3Buongiorno,

sono di Soverato e attualmente sono un ricercatore che lavora all’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e ricerca Ambientale) che a supporto del Ministero dell’Ambiente mi occupo di inquinamento marino. In questo ambito mi sono anche occupato della vicenda della cosiddetta nave dei veleni che fu rinvenuta nel 2009 a largo delle coste di Cetraro (si rivelò poi essere il relitto del Catania affondato durante la prima guerra mondiale). Pur non escludendo che i fatti raccontati dal servizio delle Iene possano essere veri (i fusti rinvenuti contenenti materiale argilloso probabilmente radioattivo) ci sono un paio di precisazioni che vorrei esplicitare su quanto raccontato:

1) la nave Rigel a cui si attribuisce l’origine dei fusti ritrovati avvenne nel 1987 a largo di Capo Spartivento su fondali di circa 2000 metri, quindi ben distanti dall’area di ritrovamento dei fusti. E’ pressocchè impossibile pensare che alcuni fusti siano stati ritrovati a centinaia di miglia di distanza, 5 anni dopo, senza che in zone più prossime non siano stati denunciati analoghi ritrovamenti;

2) il fatto che scavando nella sabbia il livello di radioattività aumenti è facilmente spiegabile dal fatto che la sabbia sia di natura granitica, la cui radioattività naturale è nota. Chiaramente se il rilievo viene fatto a maggiore profondità la radioattività aumenta perchè il sensore è circondato dal materiale granitico.

Detto ciò, non escludo che navi cariche di rifiuti speciali siano state illegalmente affondate; anzi lo ritengo altamente probabile. Il problema è che questi affondamenti sono avvenuti in tratti di mare a elevata profondità e, data la vastità del mare e considerando lo sviluppo tecnologico attuale, è pressocchè impossibile riuscire a ritrovarle, a meno di un enorme sforzo economico e di tempo.

Rimango comunque a disposizione per ulteriori chiarimenti

Distinti saluti
Luigi Alcaro


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