Quando indichi la luna e guardano il dito


Non è buon costume in questo momento difendere un assassino come Cesare Battisti. In un momento troppo vicino alle elezioni europee. E allora cosa fanno i buonisti radical chic della Sinistra Italiana? Se la prendono, tanto per cambiare, con Salvini: è un cialtrone perché indossa la divisa della Polizia e manca di rispetto alle forze dell’ordine; non è da ministro fare la parata ad eventi che richiederebbero silenzio; doveva stare a casa; e tante altre corbellerie di tale portata. Ora, mi sembra che se uno indossa una divisa o giubbotto della polizia, è perché qualcuno glielo ha fornito. Inoltre, guardando gli atteggiamenti di tutto lo stato maggiore della Polizia che presenziava all’aeroporto di Ciampino, non mi sembra che qualcuno si sia lamentato.

Silenzio? Ovvio, conviene che non se ne parli altrimenti bisognerebbe ricordare agli italiani chi erano i sostenitori di questo ergastolano; e se dici che Vauro e Saviano hanno firmato appelli di solidarietà a sostegno della causa di Battisti, rischi il linciaggio mediatico. Ma come ti permetti? E allora, certo, meglio il silenzio alle insulse dirette facebook e instagram.

Partecipare ad un evento che milioni di italiani attendevano da ben 37 anni, non è solo giusto, ma sacrosanto per i ministri degli interni e della giustizia. E i sinistri di cui sopra, dovrebbero ringraziare che all’aeroporto c’erano Salvini e Bonafede. Avessero permesso a tanti italiani incazzati con questo assassino comunista di presenziare allo sbarco in terra italica al posto loro, dubito che il loro idolo sarebbe mai arrivato a Rebibbia.

Quindi, la strategia è chiara. Diversivo per non dover parlare dei vili atti del signor ergastolano, per non rischiare di farsi sfuggire qualche dichiarazione di sostegno che comprometterebbe le prossime elezioni europee.

Ora però non fermiamoci. Tanti, troppi sono i terroristi rossi e neri a piede libero protetti da governi che ci danno lezione di morale e di umanità. Devono stare dove è giusto che stiano. In Galera.

Gianni Ianni Palarchio (Blog)


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