Quando la fama dà alla testa e la trova vuota


Dopo aver letto tanti commenti, pareri, prese di posizione sugli eventi della discoteca Lanterna Azzurra di Corinaldo dove 5 adolescenti e una mamma sono morti per una ragazzata, ho provato due stati d’animo differenti: il primo di disgusto perché morire mentre si è ad una festa e per un motivo futile è, appunto, disgustoso; il secondo di rassegnazione come di chi sa che questi accadimenti sono il frutto della degenerazione sociale sempre più radicata nell’immaginario collettivo tanto da sembrare una cosa scontata. Si trattava di un evento dove il rapper italiano Sfera Ebbasta, pseudonimo di Gionata Boschetti, sarebbe stato protagonista con un mini-concerto.

Non mi sono sognato di dare la colpa al cantante per un idiota che spruzza spray al peperoncino causando il panico e un fuggi-fuggi generale che ha causato la tragedia. Poi però ho letto il post di Alberto Pellai (che riporto sotto) e la mia prospettiva è cambiata in maniera radicale. Può darsi che i titolari della discoteca abbiano fatto entrare più gente del dovuto, che abbiano fatto la cresta su qualche biglietto in più e per questo dovrebbero essere puniti con la chiusura del locale e la revoca della licenza (oltre a risarcire le vittime e farsi qualche anno di galera, s’intende). Ma una bella responsabilità ce l’ha anche questa star che ha fatto la prima donna più di quanto si possa permettere. Come scrive Pellai, alle 22 questo signore un po’ troppo osannato doveva esibirsi a Rimini, 72 km da Corinaldo. Che ad un’andatura normale si possono ricoprire in 53 minuti. A che ora era fissata l’apparizione di Sfera Ebbasta alla Lanterna Azzurra di Corinaldo? semplice, alle 22.05. Ora facciamo i calcoli. Ammesso che avesse cominciato a Rimini in orario, fare sole 5 canzoni della durata media di 5 minuti cadauna, fa esattamente 25 minuti. Aggiungiamo venti minuti tra presentazione, intermezzi e saluti finali, arriviamo a 45. Alle 22.45 la star può mettersi in auto e 53 minuti più tardi ritrovarsi a Corinaldo. Cioè alle 23.37, un’ora e mezza dopo l’orario impresso sui biglietti e pubblicizzato sui siti web. Quindi non alle 22.05, ma ancora accettabile. Ma non è andata così. L’artista (?) è atterrato col suo jet privato a Rimini e avrebbe lì preferito festeggiare il suo compleanno arrivando già con grande ritardo alla discoteca di Rimini. Fa le famose 5 canzoni e termina il suo intervento alle 00.30. Ovvio che non arriverà mai a Corinaldo visto che la tragedia si era già consumata. Ma lo avesse fatto, si sarebbe presentato all’01.23, esattamente 3 ore e 18 minuti dopo l’orario ufficiale. Cosa può succedere nella lunga attesa? Come dice il Pellai, in una discoteca, per ammazzare il tempo di attesa che il tuo idolo venga a farti godere, balli e… bevi, facendo guadagnare tanto tanto i gestori del locale. E stordendoti per bene, non riesci più a capire ciò che ti sta intorno mancando di saper valutare i veri pericoli. Chi sapeva del ritardo? Ovvio, non di certo i clienti. Sicuro lo sapevano il cantante, i manager e gli organizzatori dell’evento.

Nessuno qui intende puntare il dito contro Gionata Boschetti in arte Sfera Ebbasta, non poteva immaginare che sarebbe andata così. Ma se vai ai concerti di Bob Dylan, Roger Waters, Paul McCartney, Mark Knopfler, Vasco Rossi, Ligabue, Edoardo Bennato, al massimo aspetti 15 minuti. E certamente non per colpa dell’artista che innanzitutto non organizza due concerti nella stessa sera (figurarsi a 5 minuti l’uno dall’altro); e poi all’orario concordato è già sul posto pronto ad esibirsi. E, mio caro Gionata, tu certamente non puoi paragonarti a questi mostri sacri. Al massimo puoi battagliare con Marco Carta, se quest’ultimo non si offende.

Poi ho letto il testo della canzone “Hey Tipa” e in un momento di concepimento filosofico, ho ragionato sul nome d’arte di questo signore: Sfera ebbasta. Cioè, una Sfera sola. Una palla sola. Un solo testicolo. Un solo coglione. E se se lo dice da solo, forse possiamo anche perdonarlo. Forse!

Gianni Ianni Palarchio (Blog)


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