Ragazza operata per malattia inesistente, disposto processo per oculista


ospedale_crotoneIl Pubblico Ministero aveva chiesto l’archiviazione, mentre il Gip del Tribunale della città pitagorica ha disposto, condividendo la prospettazione contenuta nell’opposizione dei legali della persona offesa gli avvocati Giancarlo Nicotera e Ramona De Sando del Foro di Lamezia Terme, l’imputazione coatta per il reato ex art. 590 c.p..

Si farà dunque il processo a carico del medico ospedaliero crotonese M.A. che, secondo la ricostruzione accusatoria ritenuta fondata dal Gip, avrebbe operato agli occhi una paziente sana che non aveva nessuna malattia, è questa la decisione del GIP di Crotone, Lucia Anna Altamura. Il Giudice riconoscendo elementi idonei a sostenere l’accusa in giudizio, ha infatti ordinato al Pm di formulare l’imputazione per il reato di lesioni.Curata per anni ed operata a Crotone per una malattia che non ha mai avuto. Questa la triste esperienza accaduta a I.M. ragazza lametina, oggi trentaduenne, che per anni ha vissuto con l’incubo di essere affetta da una malattia degenerativa ad entrambi gli occhi, il Cheratocono. I.M. si sottopone a due interventi, segue la prognosi e le prescrizioni dei sanitari, nonostante tutto pensa di essere stata fortunata per aver scoperto la malattia in tempo utile per fermarla e per non subire la progressiva perdita della vista. Ma, informata che può usufruire di alcuni benefici di legge, chiede il riconoscimento della sua patologia invalidante; incredibilmente però le viene risposto dagli uffici pubblici medici competenti che non ha nessuna malattia e che non è affetta in alcun modo dal Cheratocono e che, pertanto, non può usufruire di certificazione che attesti la contrazione di tale malattia.

I.M. scopre così che per anni si è curata per una patologia che non aveva, si è perfino operata per tamponare gli effetti di una malattia mai contratta. Lei non hai sofferto di cheratocono perché così attestano, con certezza assoluta, i riscontri obiettivi effettuati da diversi medici italiani ove ella si è recata per capire, se possibile, perché per anni ha dovuto affrontare un calvario umano e psicologico inutile per una malattia degenerativa inesistente. Il processo dovrà valutare se le due operazioni inutili abbiano prodotto danni penalmente rilevanti alla ragazza lametina.


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