Renzi e Machiavelli


c_2_fotogallery_3007005_0_image Se Renzi si presenta alla Camera e al miracolato e resuscitato Senato, ottiene la maggioranza e va avanti: il suo partito, per quanto lacerato in 666 correnti, non farebbe la figuraccia di votare contro il proprio segretario. Ma Renzi non vuole galleggiare, dice; e, con le dimissioni ribadite a Mattarella stasera 5/12 alle 19, ha compiuto un atto davvero machiavellico. Nicolò Machiavelli era fiorentino.

 Dov’è l’astuzia politica? Presto detto. Il fronte del no era incollato, appiccicato, e dico era, solo dall’antirenzismo; per il resto, ammucchiava ragazzini di 18 anni privi di ogni nozione sulla costituzione, e vecchi incartapecoriti nostalgici del peggio; minoranza del PD con il dente avvelenato dalla rottamazione; D’Alema deluso nelle aspirazioni europee, e Brunetta; residui di postpostfascismo associati ai nordcoreani del Manifesto; Berlusconi e Bersani uniti nella lotta…

 Privi di Renzi, essi dovrebbero mettere assieme subito un governo, e già mi pare un’impresa impossibile. Però, divertiamoci: presidente, Di Maio, però firmando davanti a un notaio, per essere tranquilli; esteri, D’Alema, così ribombarda (di chiacchiere) Belgrado; interni, la Bindi, che possa arrestare tutti i mafiosi con fiaccolate antimafia segue cena; economia, Brunetta, vediamo cos’è capace di fare; alla casa, Scaiola, però a sua insaputa; alle tasse, Monti, con sottosegretario il conte Dracula; allo spettacolo, Grillo; varie ed eventuali, Bersani.  E a quei poveracci quattro gatti di destra? Niente, loro votano gratis per il nemico.

 Quanto può durare un simile pateracchio, o qualsiasi altro governo rabberciato? Il tempo di litigare per la legge elettorale, poi per qualsiasi altro motivo a caso. Figuratevi se la maggioranza Giorgia Meloni – Monti – compagni vari – Berlusconi – Salvini e altri appiccati, figuratevi se un simile fritto misto sarà in grado di prendere qualsiasi decisione.

 Fa dunque bene, è machiavellico, Renzi, a non accettare alcun compromesso, e sperare che la vittoria dei conservatori del vecchiume sia di Pirro. Vediamo se sarà così. Per ora, assistiamo sorridendo al solito giretto di consultazioni, incarichi, fiducie e agguati parlamentari.

 I giovani… beh, chi li ha chiamati la generazione Bataclan, sa quello che dice: in attesa di ballo e sballo il sabato sera.

  E non ditemi che sto esagerando: quando ragazzi e vecchi, e tantissimi, hanno scritto e detto che Renzi era un presidente del Consiglio non eletto, dimostrano di non aver mai letto la costituzione per cui hanno deciso di battersi… battersi, s’intende, con la matita spacciata per fasulla da un canzonettista.

 Veniamo alla Calabria, la quale è riuscita a conseguire un altro dei suoi innumerevoli primati negativi: la regione dove si vota di meno. Eh, ai Calabresi, dotti in testa, che volete che importi delle riforme costituzionali? Si fosse trattato di una raffica di posti fissi con poco o nessun lavoro, avreste visto che file, ai seggi!

 Il bello che Oliverio e la sua Giunta di Alto Profilo (a proposito, mi date notizie di Viscomi e della Roccisano?) stavano con Renzi, e avrebbero dovuto chiedere ai loro amici di votare sì; e la Santelli, capo in testa dei berlusconiani, non doveva forse suggerire ai suoi di votare no? I numeri provano che la Santelli conta in Calabria quanto Oliverio, e Oliverio quanto la Santelli: leggermente poco più dello zero assoluto.

Ulderico Nisticò


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